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Borse: vero rischio da Elezioni Germania

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Il rischio politico ha rallentato molto le quotazioni dell’azionario europeo nel 2016, segnato dal referendum costituzionale italiano e la crisi bancaria dietro l’angolo; ma il 2017 potrebbe riservare soddisfazioni per i titoli del Vecchio Continente. Questa la diagnosi che Hartwig Kos, vice Cio di Syz AM, aveva espresso nella seconda metà dello scorso gennaio: da inizio anno l’indice Stoxx Europe 600 ha guadagnato il 5,25%, più dello S&P 500 americano (+4,64%) pur esaltato dalle promesse di Donald Trump in materia fiscale.

“Il mercato azionario europeo ha valutazioni più attraenti a confronto di altri mercati. Quando si osserva il suo comportamento, la crescita è stata lenta per molto tempo a causa del premio per il rischio politico. Tuttavia l’Europa sta facendo bene economicamente”, ha detto Kos a InvestmentWeek.

Che l’economia in Europa sia in via di rafforzamento lo ha rilevato anche l’ultimo superindice Ocse, che anticipa l’andamento economico dei successivi sei mesi circa. I rischi politici, però, non sono spariti dal panorama: a partire dalle elezioni presidenziali in Francia e quelle federali in Germania.
Secondo Kos i risultati in Francia, nonostante un buon risultato di Marine Le Pen, non potranno che essere di “sollievo” per i mercati. Poche sono le sue chance di vittoria finale, infatti. “Ciò darà slancio alle azioni nella prima metà del 2017”.

Il vero rischio al ribasso secondo Kos potrebbe provenire dalla Germania, un Paese nel quale il potere della cancelliera Angela Merkel, che pure dovrebbe essere rieletta, rischia di indebolirsi sotto la pressione della destra di Alternativa per la Germania.

“Penso che gli investitori potrebbero essere sorpresi dalle elezioni [in Germania]. Il partito di estrema destra potrebbe eccellere nelle elezioni è raccogliere un risultato molto migliore rispetto a quello anticipato dal mercato, indebolendo il potere interno della Merkel”.

Secondo gli ultimi sondaggi INSA, datati 10 aprile, Afd ha il 10% dei consensi, contro il 33% della Cdu della cancelliera, 31,5% dei socialisti capitanati da Martin Schultz e l’8,5% della sinistra radicale Die Linke. Rispetto a un mese fa il trend è favorevole alla Cdu, mentre Afd è in parabola calante (il 13 febbraio erano, rispettivamente, al 30 e al 12%).