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Elezioni in Grecia? Saranno non-evento per i mercati

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NEW YORK (WSI) – Dopo quasi cinque anni di austerity, la Grecia torna alle urne domenica prossima. Il risultato appare ancora incerto, anche se il partito euroscettico Syriza e il suo leader Alexis Tsipras sembrano in vantaggio. L’Europa guarda dunque con attenzione ad Atene e trattiene il fiato nel timore di un nuova ondata di instabilità che potrebbe mettere a dura prova il quantitative easing annunciato appena ieri da Mario Draghi.

Ma quali sono le previsioni degli analisti sull’evento che, dopo il QE della Bce, rappresenta la prossima vera sfida per i mercati?

Per John De Clue, chief investment officer presso Ubs, la vincita probabile di Syriza non si tradurrà comunque in l’uscita della Grecia dall’unione monetaria, in quanto porterebbe a un “suicidio del debito”. Un eventuale l’addio alle politiche di austerity, spingerebbero gli altri membri dell’Unione europea a tagliare i prestiti, mettendo il paese nelle condizioni di non poter più sopravvivere. “Immaginate se tutto ad un tratto, la Grecia smettesse di utilizzare l’euro più? Ci sarebbe una corsa alle banche”, ha detto De Clue.

Dello stesso avviso gli analisti di Ig che, anche nel caso di una vittoria schiacciante del partito Syriza, ritengono poco probabile un’uscita della Grecia dalla zona euro. Per gli esperti della sim italiana, in caso di vittoria schiacciante di S “rimane alta la probabilità di una ristrutturazione del debito . Tsipras potrebbe sfruttare il forte consenso popolare per chiedere condizioni meno stringenti alla Troika”.

Almeno per ora, tuttavia, Ig esclude un effetto contagio con il resto dell’Eurozona. Quest’ultimo potrebbe concretizzarsi solo nel caso remoto in cui la Grecia dovesse uscire dalla zona euro. “Un simile evento creerebbe un precedente che potrebbe mettere in dubbio la credibilità dell’eurozona nel suo complesso. Nel caso di una nuova ristrutturazione del debito ci aspettiamo, invece, che il rischio contagio sia piuttosto limitato e sicuramente inferiore a quanto visto negli anni scorsi”. E questo grazie ad una serie di fattori, a partire da una politica monetaria molto più accomodante della Bce, che ha contribuito, tra l’altro, a ridurre i tassi di interesse sul debito governativo dell’eurozona.

Ma non solo. Un effetto contagio è inoltre escluso anche grazie all’introduzione di meccanismi di salvataggio dei Paesi in difficoltà sia da parte della UE (European Stability Mechanism, ESM) sia da parte della Bce (Outright Monetary Transactions, OMT) e, infine, a un miglioramento della trasparenza del settore bancario dopo i risultati degli stress test.

Le elezioni greche portano un’ “aria di incertezza” per i mercati globali, ma sarà probabilmente un “non-evento,” ha sottolineato Bruce Bittles, chief investment strategist presso RW Baird & Co..

“Syriza non vuole più lasciare l’euro, e l’Europa è meno vulnerabile a un’eventuale uscita della Grecia rispetto a tre anni fa. Tuttavia, ogni ulteriore crisi in un paese periferico è chiaramente un brutto segnale in un’area la cui ripresa si fa attendere da anni” ha scritto David Kelly, strategist di JP Morgan Funds in una nota. (mt)