Economia

È il giorno della Fed, rialzo tassi già ad aprile?

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NEW YORK (WSI) – Nella giornata in cui il Fomc – il braccio di politica monetaria della Fed – farà il suo annuncio sui tassi, anticipando le proprie mosse di politica monetaria con la pubblicazione del comunicato, i mercati Usa riportano una performance al ribasso, scontando la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo, sceso a febbraio dello 0,2%. Escluse le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, il dato core è salito tuttavia dello 0,3% su base mensile e del 2,3% su base annua, confermando il rialzo delle pressioni inflazionistiche e dunque dando un motivo in più alla banca centrale Usa guidata da Janet Yellen per aumentare di nuovo i tassi.  Ragion per cui subito dopo la pubblicazione del dato i tassi sui Treasuries Usa a due anni sono saliti vicini all’1%, al record dallo scorso 8 gennaio.

Reso noto anche il dato sull’avvio dei nuovi cantieri, in crescita a febbraio +5,2%.  Deludente il dato sulla produzione industriale, scesa -0,5% a febbraio, ma in linea con le attese.

Focus sul valutario, con il dollaro che estende la fase rialzista più forte in un mese, salendo sullo yen anche sulla scia delle dichiarazioni di Haruhiko Kuroda, numero uno della Bank of Japan. All’indomani delle interpretazioni sulla banca centrale del Giappone, Kuroda ha affermato che i tassi negativi potrebbero essere tagliati ulteriormente, fino a -0,5%. Parole che hanno messo sotto pressione lo yen.

Il Bloomberg Dollar Index è in rialzo per la terza seduta consecutiva: si tratta dei guadagni più forti dallo scorso 16 febbraio. Il dollaro sale anche sull’euro, che oscilla sotto $1,11, accelerando al ribasso dopo i dati Usa.

 

Così Adam Cole, responsabile della strategia globale sul forex presso Royal Bank of Canada, a Londra.

“Prevediamo che la Fed dirà che tutte le opzioni sono ancora aperte, inclusa la possibilità di un aumento (dei tassi) ad aprile, e che la scelta base sia comunque di un rialzo a giugno”. Tuttavia, secondo lo stesso analista, la probabilità implicita che questi due eventi si verifichino è “ancora troppo bassa”. E non bisogna dimenticare i problemi che l’economia Usa continua a fronteggiare, come confermato dal brutto dato relativo alle vendite al dettaglio.

I futures sui fed funds scommettono su un aumento dei tassi Usa entro la fine di giugno con una probabilità del 54%, rispetto ad appena il 2% di febbraio.

Si smorzano intanto i timori sull’economia della Cina, con il premier Li Keqiang che ha reso noto che l’economia del paese non si sta dirigendo verso una fase di hard landing, ovvero di atterraggio duro.

Sul fronte delle materie prime, in crescita i prezzi del petrolio, con il contratto WTI e il Brent che viaggiano rispettivamente sopra la soglia di $37 e $39 al barile.  Oro in calo a $1.230 l’oncia.