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È corsa ai Bund tedeschi e T-bond, rendimenti ai minimi storici. Cosa significa per il mercato

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Mentre i mercati azionari continuano a perdere terreno sotto i colpi dell’emergenza coronavirus, è corsa degli agli investimenti ritenuti più sicuri sul mercato obbligazionario, come i T-bond Usa.

Ne consegue che i rendimenti (che si muovono inversamente ai prezzi) del decennale americano, riferimento per l’intero obbligazionario globale, registrano in mattinata un crollo del 16,9%, portandosi allo 0,769%. Ieri avevano raggiunto un nuovo minimo storico allo 0,899%, dopo aver già toccato il nuovo minimo di 0,906% nel corso di questa settimana.

Del resto il mercato continua a scommettere che la Fed annuncerà ancora nuovi tagli dei tassi di interesse dopo che martedì scorso, la banca centrale Usa ha annunciato a sorpresa il taglio dei tassi di 50 punti base.

Nei giorni scorsi Goldman Sachs ha indicato di aspettarsi un taglio del costo del denaro di 25 punti base nella riunione del Fomc fissata il 17-18 marzo e poi una successiva sforbiciata di 25 punti nel mese di aprile. In tal caso la Fed taglierebbe nel giro di poco più di un mese il costo del denaro di un punto percentuale, portandolo nel range dello 0,50-0,75%.

“Stiamo assistendo a movimenti straordinari che suggeriscono un clima di paura sui mercati finanziari. Lo shock economico in corso spingerà le Banche Centrali ad adottare ulteriori azioni, anche se non necessariamente sotto forma di tagli ai tassi d’interesse. Gli asset più esposti ai rischi, come le azioni e il credito, hanno sinora tenuto un andamento migliore di quanto non suggerisca invece il ribasso dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA. Alcune di queste aree che sinora avevano retto bene al colpo stanno ora registrando ribassi, e ciò contribuisce ad aumentare la domanda di investimenti rifugio come le obbligazioni governative statunitensi” ha commentato Paul Brain, gestore del BNY Mellon Global Dynamic Bond Fund e Head of Fixed Income di Newton IM (BNY Mellon Investment Management), che ha aggiunto: “Un’osservazione ulteriore è che i mercati potrebbero diventare meno liquidi (soprattutto nella giornata odierna di venerdì), un fattore che può amplificare i movimenti dei prezzi.
Poiché molti investitori sono stati colti di sorpresa dagli effetti economici del virus, è probabile che sia in atto una fase di liquidazione di molte posizioni che non sono più appropriate nello scenario attuale. Potremmo assistere a ulteriori ricadute negative per le aziende (e forse per i governi) perché la diminuzione dei flussi di cassa potrebbe causare problemi di liquidità che a loro volta si rifletterebbero sul rimborso dei debiti”.

In Europa è corsa ai Bund tedeschi

Riportando il discorso in Europa, le tensioni sui mercati finanziari determinata dall’epidemia di coronavirus stanno favorendo un generalizzato flight-to-quality che premia i bond dei Paesi core della Zona euro.

Da questa mattina i flussi sul mercato secondario del reddito fisso hanno penalizzato i Bond dei Paesi periferici dell’Eurozona (Italia e Spagna in testa) e si sono concentrati sul Bund tedesco. Il rendimento del Bund decennale benchmark (scadenza 15/2/2030) è così arrivato a toccare il minimo storico di -0,74%, come già accaduto a inizio settembre 2019.

Nel frattempo la curva dei rendimenti tedesca ha proseguito nella tendenza all’appiattimento con lo scarto di rendimento sul segmento 5-10 anni che si è ridotto a una quindicina di punti base (-0,89 e -0,74 per cento) e a 3 punti base sulle scadenze 2-5 anni.

 

Le attese degli analisti

“In questo momento sono attesi mercati finanziari più volatili. Hanno già previsto una recessione, con i rendimenti a lungo termine degli Stati Uniti che hanno toccato i minimi storici ed i mercati azionari che hanno subito una netta correzione” hanno spiegato gli analisti di DECALIA Asset Management in una nota. “Questa angoscia potrà persistere per qualche giorno o settimana, ma non per molto ancora, perché in fondo a questo tunnel ci sarà la luce. Le valutazioni azionarie, in particolare quelle legate ai Titoli di Stato rifugio, alla fine diverranno abbastanza attraenti da conquistare alcuni investitori coraggiosi il cui orizzonte temporale supera la comune stagione influenzale”.

Quale strategia adottare?

“Si raccomanda un approccio prudente, mantenendo un posizionamento all-terrain, dato il regime di maggiore volatilità, ma niente panico – anche nell’ipotesi di ulteriore pressione di vendita tecnica (come alla fine del 2018) dovuta ad algoritmi, strategie quantitative o margin call che amplificano la correzione. Cambiamenti radicali nei portafogli daranno sollievo nel breve termine ma rimpianti più duraturi. Il nostro indicatore contrarian è già in territorio di ipervenduto, vicino al livello osservato alla fine del 2018. Crisi e dislocazioni sono sempre difficili da sopportare, anche per investitori esperti, ma l’esperienza ci ha dimostrato che creano anche opportunità di investimento.
Qualche settimana fa gli investitori si lamentavano delle valutazioni elevate e si domandavano cosa restasse da comprare. Mentre ora è probabilmente troppo presto per investire, il punto di resa si avvicina. Dovremmo guardare al futuro ed essere pronti a sfruttare opportunisticamente questo nuovo regime di volatilità”.