Economia

Dimon (J.p. Morgan): la corsa dell’inflazione spingerà i tassi Usa oltre il 4-4,5%

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Per tenere sotto controllo l’inflazione, la Fed aumenterà i tassi di interesse oltre il 4%-4,5% previsto da molti economisti. Lo ha detto Jamie Dimon, ceo di J.P. Morgan, commentando gli ultimi dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti. Pur rallentando rispetto al +8,3% di agosto, nel mese di settembre, i prezzi al consumo statunitensi sono rimasti a livelli elevati, ovvero all’8,2%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +8,1%. Su base mensile, l’aumento è stato dello 0,4%, oltre il +0,2% previsto.

Dimon non prevede nulla di buono anche per l’economia Usa. In un’intervista di qualche giorno fa alla CNBC, il numero uno della  banca Usa ha anticipato una recessione nei prossimi 6-9 mesi.  Concetto ribadito ieri a Bloomberg: “Non so se potrebbe sarà un soft landing, non credo”, ha detto Dimon a Bloomberg. “In presenza di una recessione profonda, non è da escludere un calo del mercato del 20%-30%“.

Non è certo la prima volta che Dimon lancia allarmi sull’economia. E non è certo il solo a mostrarsi pessimista su quello che succederà sul fronte economico nei prossimi mesi a causa dell’inasprimento delle politiche monetarie della Federal Reserve.

Lo scorso mese il presidente della Federal Reserve di Chicago, Charles Evans, ha affermato di essere preoccupato per il fatto che la banca centrale degli Stati Uniti si sia spinta troppo oltre, troppo in fretta, nel suo tentativo di frenare gli alti tassi di inflazione.

Non solo Dimon: gli altri pessimisti

Sulla stessa linea di Dimon, anche gli analisti di Barclays, secondo cui la Federal Reserve potrebbe spingere il suo tasso di interesse di riferimento oltre il 5% nel 2023 dal  3%-3,25% attuale. “Ora ci aspettiamo aumenti più aggressivi e anticipati da parte della Fed nei prossimi incontri”, ha affermato in una nota Jonathan Millar, economista senior di Barclays.

In particolare, le attese sono per un aumento dei tassi sui fed funds di 75 punti base a dicembre (dopo il rialzo di 75 punti di novembre), rispetto alla sua precedente previsione di un aumento di 50 punti base. Per la prima riunione del 2023, Barclays prevede un aumento dei tassi di 50 punti base, rispetto alla precedente previsione di 25 punti base. Tutto questo spingerebbe i tassi in un intervallo dal 5% al ​​5,25% a febbraio, contro il 4,5% e il 4,75% previsto in precedenza. Commentando i dati sull’inflazione di settembre, gli analisti di Pimco hanno spiegato:

“Un altro mese, un altro terribile rapporto sul CPI. Il CPI core di settembre è stato peggiore delle nostre aspettative, già al di sopra del consenso, e i dettagli contenuti nel report hanno rappresentato un’ulteriore cattiva notizia per i funzionari della Fed e per l’economia statunitense. Il CPI core è salito dello 0,58% mese su mese (in linea con il mese scorso), con le componenti più vischiose che hanno nuovamente guidato il rialzo. L’aumento dei tassi, contrariamente alle aspettative, sta esercitando una pressione al rialzo sugli affitti, rendendo inaccessibile avere una casa di proprietà. Questa dinamica dovrebbe continuare fino a quando i prezzi delle abitazioni non scenderanno abbastanza da iniziare a pesare sugli affitti. Per il resto, il calo dei prezzi dei fattori produttivi non viene trasferito ai consumatori e anche l’inflazione dei beni di base è rimasta stabile. Per la Fed, ciò estende la spinta a un’ulteriore stretta all’economia“.