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Corsa a questo asset, mai così dai tempi di Lehman Brothers

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NEW YORK (WSI) – Nella sua ultima newsletter settimanale lo strategist di Kairos Alessandro Fugnoli ha preso le difese dei bond, dicendo che non appena l’inflazione tornerà a farsi viva i titoli dell’obbligazionario si riprenderanno dalla grave crisi attuale. Ci potrebbe volere del tempo, tuttavia.

E, oggi come oggi, i bond hanno perso il vantaggio di cui potevano godere nei confronti dei contanti. Ecco spiegato come mai il cash è ormai diventata la risposta più comune tra i gestori di portafoglio alla crisi di rendimenti, con le posizioni in contanti che hanno raggiunto gli stessi livelli toccati subito dopo il crac di Lehman Brothers nel 2008, stando al risultato dell’ultimo sondaggio condotto da Bank of America Merrill Lynch.

Il contesto è differente, allora era in corso una fuga da tutti gli asset finanziari, nessuno escluso, oggi è più un fenomeno legato alla caccia al rendimento e alla fuga dagli asset che non rendono più nulla. Il ragionamento dei manager di fondi è molto semplice: perché prendere un rischio con un bond societario o governativo che può fare default se posso assicurarmi una posizione liquida sicura?

Perché scommettere in bond sicuri che offrono tassi negativi, per cui quindi si devono sborsare soldi per avere il privilegio di detenere il titolo in portafoglio, quando posso puntare una componente a reddito sicuro, anche se molto basso? Non solo i bond non riescono a stare al passo  con l’inflazione: non rendono nulla o meno di nulla.

Interpellato nel sondaggio della banca americana, il campione di gestori è nel complesso pessimista sull’andamento futuro dei mercati e preferisce il cash agli altri asset equivalenti che rendono poco.

L’82% degli intervistati pensa che i prezzi dei bond emessi nei mercati industrializzati sono su livelli troppo alti e che il problema si sta diffondendo a macchia d’olio in altri tipi di asset, con gli investitori alla ricerca di rendimenti che fanno incetta di titoli azionari di buona qualità, di obbligazioni dei mercati emergenti, così come dei bond aziendali americani ed europei.

Cosa vuol dire per i risparmiatori e investitori comuni? Che devono rinunciare all’idea solita tradizionale del portafoglio con il 60% di azioni e il 40% di Bond di qualità: quel modello di investimento “è morto”, secondo Mike Deverell, investment manager di Equilibrium Asset Management. È l’ora di ridurre la percentuale di titoli di Borsa e del reddito fisso in portafoglio e aumentare l’esposizione al cash.