Mentre la Catalogna, appena prima della scadenza dell’ultimatum lanciato da Madrid, comunica alle autorità centrali di Spagna di essere pronta a dichiarare l’indipendenza, alimentando le tensioni sui mercati azionari e obbligazionari, dove Ibex e Bonos fanno fatica, l’euro resta impassibile al clima di tensione generato dalla crisi costituzionale spagnolo. Sul Forex il cross euro dollaro è anzi salito ai massimi di giornata di $1,1823. Secondo i commentatori di mercato Carles Puigdemont potrebbe strategicamente temporeggiare e quando dice che il governo catalano è pronto all’indipendenza come effetto del risultato del referendum sulla secessione della Catalogna del primo ottobre, non vuol per forza dire che la proclamerà subito.
Intanto tornando a parlare di mercato obbligazionario si segnala un’anomalia: a giudicare dal ritorno da investimento offerto, i junk bond europei sono diventati paradossalmente meno rischiosi dei titoli di Stato di riferimento americani. È l’effetto distorsivo della divergenza delle politiche monetarie tra le due sponde dell’oceano Atlantico, tra Bce e Fed. I rendimenti dei bond spazzatura europei scambiano ormai di ben 20 base sotto il tasso dei Treasuries Usa decennali: 2,15% contro 2,35%. In ambito macroeconomico, continua la fase di espansione dell’economia cinese (+6,8% nello scorso trimestre). L’espansione del Pil è inferiore a quella del periodo precedente (+6,9%), ma i dati dicono che a fine anno le attese per il risultato dell’intero 2017 dovrebbero essere battute.

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Il Pil della Cina ha registrato un’espansione del 6,8% tra giugno e settembre rispetto all’ultimo anno prima, il che rappresenta un rallentamento rispetto ai dati del trimestre precedente (+6,9%). Allo stesso tempo, la seconda economia al mondo dovrebbe comunque riuscire a superare gli obiettivi di fine anno.
Esattamente 30 anni fa, lunedì 19 ottobre 1987, i mercati finanziari subivano il crollo giornaliero più pesante della storia moderna. La caduta libera delle Borse Usa in quel Black Monday famigerato si può ancora vedere bene nei grafici a lungo termine del Dow Jones.
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, leggermente negativo anche il Dax. L’indice Euro Stoxx 600 cede lo 0,58% a quota 389,27 punti. Sul Forex euro in area 1,1812 dollari poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Esattamente 30 anni fa, lunedì 19 ottobre 1987, i mercati finanziari subivano il crollo giornaliero più pesante della storia moderna. La caduta libera delle Borse Usa in quel Black Monday famigerato si può ancora vedere chiaramente nei grafici del Dow Jones.
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, Londra lo 0,3%, leggermente negativo anche il Dax. Sul Forex euro a 1,1812 dollari poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, Londra lo 0,3%, leggermente negativo anche il Dax. L’indice paneuropeo EuroStoxx 50 apre in calo dello 0,29%. Sul Forex l’euro viaggia a 1,1812 dollari, poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, Londra lo 0,3%, leggermente negativo anche il Dax. L’indice paneuropeo EuroStoxx 50 apre in calo dello 0,29%. Sul Forex l’euro viaggia in area 1,1812 dollari, poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Sul mercato valutario l’euro continua a rafforzarsi rispetto al dollaro nonostante il surriscaldarsi delle tensioni in Catalogna, dove va in scena uno scontro frontale tra Madrid e autorità della regione secessionista. Dopo aver toccato i massimi degli ultimi tre giorni nei confronti del dollaro, l’euro rallenta un po’ il passo ma scambia pur sempre sopra quota 1,18 dollari (+0,15% a $1,1805 al momento). Il mercato sembra orientato a rafforzare le posizioni sulle obbligazioni in euro in vista dell’attesa riunione della Bce della prossima settimana. In mattina l’euro ha raggiunto quota $1,1823, il livello più alto della settimana.
Giovedì Mario Draghi fornirà i dettagli sul piano di riequilibrio del programma di Quantitative Easing, con gli analisti interpellati da Reuters che si aspettano in media almeno una riduzione di 20 miliardi di euro alla mole di acquisti mensili, per ora ferma a 60 miliardi. I trader scommettono su un precorso di riduzione morbida degli acquisti accompagnato da un’estensione di nove mesi del piano straordinario di stimolo monetario. La crisi costituzionale catalana, con il governo spagnolo che sabato potrebbe ricorrere all’opzione nucleare e invocare l’articolo 155 della Costituzione, potrebbe presto salire di intensità. Le autorità catalane hanno fatto sapere che dichiareranno l’indipendenza se la repressione di Madrid continua. Questo contesto limita i margini di rialzo della moneta unica.
Euro dollaro sopra 1,18 ai massimi delle ultime tre sedute
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, leggermente negativo anche il Dax. Sul Forex euro in area 1,1812 dollari poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Dopo un’apertura incerta la Borsa di Madrid (indice Ibex) cede lo 0,14% a quota 10.258,90 punti. Il Cac francese cede lo 0,2%, leggermente negativo anche il Dax. L’indice paneuropeo EuroStoxx 600 cede lo 0,58% a quota 389,27 punti. Sul Forex euro in area 1,1812 dollari poco sotto i massimi intraday di $1,1823.
Dal Black Monday di 30 anni fa, quando gli schermi delle sale operative mostravano crolli inauditi (e da record per alcuni indici come il Dow Jones) in Borsa, le banche centrali mondiali hanno comprato debiti per un valore che supera il 30% del Pil mondiale. I cali odierni non sono nulla in confronto ai -23%, -20% visti il lunedì 19 ottobre del 1987, ma rispetto all’andamento asettico o quasi sempre positivo dei mercati azionari, possono essere considerati un mini Black Thursday.
L’avversione al rischio è evidente al giro di boa con Piazza Affari che cede l’1,24% e l’indice europeo di riferimento EuroStoxx 50 più dello 0,5%. Tanto per restare in tema di ricorrenze, il tutto avviene la seduta dopo che il Dow Jones ha chiuso su uno dei livelli ipercomprato più elevati dell’ultimo secolo.
I fattori determinanti per capire l’andamento al ribasso dei listini azionari sono i seguenti: la Catalogna si appresta a vivere ore di estrema tensione con il governo di Madrid che si appresta a sospendere l’autonomia della regione e assumerne i poteri. Apple intanto paga il fatto che gli ordini che riceveranno i fornitori per l’iPhone 8 e il modello Plus sono stati rivisti in ribasso di circa il 50% per i mesi delle festività di fine anno di novembre e dicembre: circa 5-6 milioni di unità dovrebbe essere consegnate ogni mese.
In attesa della riunione della Bce della prossima settimana, l’esponente del board Nowotny ha spiegato che la Banca centrale non può interrompere bruscamente il piano di acquisti di titoli di Stato europei. Le politiche non possono essere veramente riportate alla normalità finché l’inflazione non si avvicina all’1,9% vicino al target della Bce. Allo stesso tempo sarebbe un errore aspettare troppo a lungo prima di apportare modifiche al QE. Queste dichiarazioni contribuiscono a tenere l’euro sopra i livelli della parità.
Sul frangente macro, il Pil della Cina si è espanso del 6,8% nel terzo trimestre dopo il +6,9% del periodo antecedente. Si prospetta comunque una crescita superiore alle attese per l’intero 2017. Intanto nel Regno Unito le vendite al dettaglio hanno largamente deluso (-0,8% a fronte di un -0,1% atteso) alimentando timori sullo stato di salute dell’economia. Secondo HSBC dal punto di vista economico, alla luce di come stanno procedendo le trattative sulla Brexit, Londra è nei guai.
Dal Black Monday di 30 anni fa, quando gli schermi delle sale operative mostravano crolli inauditi (e da record per alcuni indici come il Dow Jones) in Borsa, le banche centrali mondiali hanno comprato debiti per un valore che supera il 30% del Pil mondiale. I cali odierni non sono nulla in confronto ai -23%, -20% visti il lunedì 19 ottobre del 1987, ma rispetto all’andamento asettico o quasi sempre positivo dei mercati azionari, possono essere considerati un mini Black Thursday.
L’avversione al rischio è evidente al giro di boa con Piazza Affari che cede l’1,24% e l’indice europeo di riferimento EuroStoxx 50 più dello 0,5%. Tanto per restare in tema di ricorrenze, il tutto avviene la seduta dopo che il Dow Jones ha chiuso su uno dei livelli ipercomprato più elevati dell’ultimo secolo. L’oro intanto guadagna lo 0,41% a 1.288,30 dollari l’oncia.
Dal Black Monday di 30 anni fa, quando gli schermi delle sale operative mostravano crolli inauditi (e da record per alcuni indici come il Dow Jones) in Borsa, le banche centrali mondiali hanno comprato debiti per un valore che supera il 30% del Pil mondiale. I cali odierni non sono nulla in confronto ai -23%, -20% visti il lunedì 19 ottobre del 1987, ma rispetto all’andamento asettico o quasi sempre positivo dei mercati azionari, possono essere considerati un mini Black Thursday.
L’avversione al rischio è evidente al giro di boa con Piazza Affari che cede l’1,24% e l’indice europeo di riferimento EuroStoxx 50 più dello 0,5%. I future sui listini principali dell’azionario Usa indicano un avvio in calo di mezzo punto percentuale per Wall Street. Tanto per restare in tema di ricorrenze, il tutto avviene la seduta dopo che il Dow Jones ha chiuso su uno dei livelli ipercomprato più elevati dell’ultimo secolo. L’oro intanto guadagna lo 0,41% a 1.288,30 dollari l’oncia.
I fattori determinanti per capire l’andamento al ribasso dei listini azionari sono i seguenti: la Catalogna si appresta a vivere ore di estrema tensione con il governo di Madrid che si appresta a sospendere l’autonomia della regione e assumerne i poteri. Apple intanto paga il fatto che gli ordini che riceveranno i fornitori per l’iPhone 8 e il modello Plus sono stati rivisti in ribasso di circa il 50% per i mesi delle festività di fine anno di novembre e dicembre: circa 5-6 milioni di unità dovrebbe essere consegnate ogni mese.
Sul frangente macro, il Pil della Cina si è espanso del 6,8% nel terzo trimestre dopo il +6,9% del periodo antecedente. Si prospetta comunque una crescita superiore alle attese per l’intero 2017. Intanto nel Regno Unito le vendite al dettaglio hanno largamente deluso (-0,8% a fronte di un -0,1% atteso) alimentando timori sullo stato di salute dell’economia. Secondo HSBC dal punto di vista economico, alla luce di come stanno procedendo le trattative sulla Brexit, Londra è nei guai.
L’esponente del board della Bce Ewald Nowotny ha spiegato che la Banca centrale non può permettersi di interrompere bruscamente il piano di acquisti di titoli di Stato europei. Le politiche monetarie possono essere riportate alla normalità, seppur gradualmente, prima che l’inflazione si attesti all’1,9% vicino al target della Bce. Anche perché l’anno prossimo i prezzi al consumo potrebbero addirittura calare anziché scendere. Sarebbe pertanto un errore aspettare troppo a lungo prima di apportare modifiche al programma di Quantitative Easing.
La decisione va presa e sarà presa alla riunione di ottobre che si svolgerà la prossima settimana. Nowotny dice che ci sono elementi per consentire una riduzione della mole di acquisti, anche se l’inflazione non raggiungerà gli obiettivi prestabiliti quest’anno. Queste dichiarazioni dai toni abbastanza “aggressivi” dal punto di vista dell’approccio monetario contribuiscono a tenere l’euro sopra i livelli della parità malgrado le tensioni in Catalogna.
Avvio in moderato ribasso per la Borsa Usa: dalla Cina arriva un alert. Il presidente della banca centrale cinese ha evocato lo spettro di un “momento di Minsky”, avvertendo che c’è un ottimismo esagerato nel paese, che rischia di spingere ulteriormente i cittadini a indebitarsi e portare a una crisi del debito nella seconda maggiore economia al mondo.
30 anni esatti dopo il Black Monday l’avvio è in moderato ribasso per la Borsa Usa: dalla Cina arriva un alert. Il presidente della banca centrale cinese ha evocato lo spettro di un “momento di Minsky”, ovvero di un collasso dei prezzi degli asset, avvertendo che c’è un ottimismo esagerato nel paese, che rischia di spingere ulteriormente i cittadini a indebitarsi e portare a una crisi del debito nella seconda maggiore economia al mondo.
Trent’anni esatti dopo il Black Monday del 19 ottobre 1987 l’avvio è in moderato ribasso per la Borsa Usa: dalla Cina arriva un alert. Il presidente della banca centrale cinese ha evocato lo spettro di un “momento di Minsky”, ovvero di un collasso dei prezzi degli asset, avvertendo che c’è un ottimismo esagerato nel paese, che rischia di spingere ulteriormente i cittadini a indebitarsi e portare a una crisi del debito nella seconda maggiore economia al mondo.
A Milano nel frattempo si fa sentire il calo di più del -5% di FCA, peggiore titolo di giornata al momento a Piazza Affari. La casa automobilistica risente di due pesanti ordini dagli investitori istituzionali, che si sono mossi in attesa dei conti fiscali di martedì. Sul fronte dei rialzi continua a muoversi in controtendenza invece Unipol (+1,8%) dopo che JP Morgan ha avviato la copertura sul titolo con giudizio overweight e target price a 5 euro. Tiene bene anche UnipolSAI (+0,8%). Poco mosse le utilities e Atalntia (-0,2%), la cui offerta è ritenuta da Abertis positiva, ma pur sempre migliorabile nel prezzo dopo la contro proposta di Acs.
Chiusura in calo per tutte le principali borse europee, sull’incertezza della Catalogna dopo che le ultime dichiarazioni di Puigdemont non hanno fatto chiarezza sull’indipendenza. L’indice EuroStoxx 50 chiude a -0,55%. Asml Holding in testa al listino con un forte rialzo dopo la pioggia di promozioni di oggi. In rialzo anche Engie, sopra l’1%. Unilever cede quasi il 6% nel listino europeo.
Il computo del listino Ftse Mib a fine giornata è stato di -0,99%. Giornata negativa per il comparto bancario, colpito ieri anche da Fitch che ha confermato l’outlook negativo sulle banche italiane. Cede il 3,2% Bper Banca, male anche Banco BPM e B. Generali. In rialzo Unipol e UnipolSAI, positiva anche Snam.
Il Pil della Cina ha registrato un’espansione del 6,8% tra giugno e settembre rispetto all’ultimo anno prima, il che rappresenta un rallentamento rispetto ai dati del trimestre precedente. Allo stesso tempo, la seconda economia al mondo dovrebbe comunque riuscire a superare gli obiettivi di fine anno.