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Borsa Milano tiene nonostante no tedesco alla Grecia

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MILANO (WSI) – Le Borse europee hanno chiuso in rialzo, nonostante l’incertezza sull’accordo tra Eurogruppo e Atene a meno di 24 ore dalla riunione dei ministri Ue delle Finanze. Oggi il Governo di Alexis Tsipras ha presentato la richiesta formale di estendere di sei mesi gli aiuti europei, garantendo al tempo stesso stabilita’ dei conti. Ma la Germania ha subito espresso un giudizio negativo. Nonostante l’indice Ftse Mib abbia piu’ volte cambiato la direzione di marcia, alla fine ha chiuso in progresso dello 0,6% a a 21.789 punti.

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund -2% circa attorno a quota 127 punti base, a fronte di rendimenti decennali in calo all’1,59%.

A livello settoriale, pesano i cali dei petroliferi che pagano a loro volta l’indebolimento del petrolio, con i contratti americani che sono scivolati in area 50 dollari al barile. In particolare, i futures sul petrolio sono arrivati a cedere -5%, per poi ridurre le perdite ma segnare una flessione comunque molto forte, -4% circa, a $50,11.

Oro +0,80% a $1.209,80. Argento tenta la rimonta dopo due sedute fiacche: +0,86% a $16,41. Il petrolio è sotto intensa pressione, con il mercato che prevede che le scorte di greggio Usa raggiungano livelli record.

Sul valutario, l’euro avanza -0,05% a $1,139; rispetto al franco vale 1,0794 (+0,56%), mentre il biglietto verde si attesta a 119,01 yen (+0,19%). Euro/yen a JPY 135,52 (+0,12%).

Gli investitori hanno potuto consultare i verbali della Bce, che sono stati resi noti per la prima volta in assoluto, e da cui è emerso che la decisione sul piano di Quantitative Easing non è stata unanime. Le minute sono quelle relative alla riunione del 22 gennaio, che ha dato il via libera al Quantitative Easing.

Per un accordo tra Grecia e creditori europei bisognerà aspettare domani. L’Eurogruppo si riunisce infatti per decidere se accettare o no il piano presentato dal governo Tsipras, ma intanto Berlino ha detto che lo respingerà. Il governo ellenico si dice ottimista, sottolineando che sta cercando i punti comuni con i partner dei negoziati. La proposta di un taglio dell’avanzo primario e dell’utilizzo delle riserve bancarie, tuttavia, per ora non convince del tutto l’Unione Europea.

Non sono riusciti a dare una spinta ai mercati finanziari nemmeno i toni da colomba della Federal Reserve, che mantiene un approccio cauto sulla stretta monetaria. Nonostante il miglioramento della maggiore economia al mondo e del mercato del lavoro, la banca centrale Usa non ha fretta di alzare i tassi di interesse.

In ambito macroeconomico, anche la Francia sconta una gelata sui prezzi. Secondo i dati dell’Ufficio Statistico a gennaio l’indice dei prezzi al consuno registra una variazione negativa dello 0,4% rispetto al mese precedente. Si tratta della prima volta da cinque anni.

Tra le notizie societarie l’agenzia di rating DBRS ha tagliato il giudizio sul debito a lungo termine e sui depositi di MPS. La travagliata banca ha visto il rating scendere di un gradino a ‘BBB-‘. La raccomandazione è sotto osservazione per un possibile declassamento. Il titolo però ha segnato una performance solida, guadagnando il 4,7%, mentre il mercato continua a interrogarsi sull’interesse di fondi in vista dell’operazione sul capitale da 3 miliardi di euro.

Sono andate bene anche le banche popolari nell’attesa della riforma. In rialzo le Fca (+3,89%), mentre sono scivolate del 4,1% le Tenaris, penalizzate dalle prospettive fosche per i conti di quest’anno. Sono andate giu’ anche le Telecom (-1,25%) nell’attesa dei numeri del 2014 e del piano industriali che saranno pubblicati domani.

I titoli dei due gruppi editoriali Mondadori e Rcs acquistati dopo che il primo ha presentato un’Opa che si aggirerà intorno ai 120-150 milioni per rilevare la divisione libri di Rcs.

La deflazione in Europa e il calo della domanda in Asia non hanno consentito a Nestlé di fare meglio delle attese. Il colosso alimentare svizzero ha riportato una crescita del fatturato in linea con le attese, riviste al ribasso, degli analisti.

Il gruppo bancario Dexia ha riportato un calo della perdita nel 2014. La società franco-belga deve ringraziare il piano di riduzione dei costi di finanziamento.

In Asia la Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo con l’indice Nikkei 225 ha chiuso ai massimi dal maggio del 2000. Comprate le banche, Trend Micro e Sony.

(DaC-Lna-Mt)