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Sell su Borsa Milano, il report della Bce spaventa

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MILANO (WSI) – Azionario europeo e Borsa Milano sotto pressione. Il Ftse Mib chiude in perdita -1,19% rimanendo sotto la soglia dei 17.000 punti, a 16.909,56 punti.

Tra le materie prime, i prezzi del petrolio hanno subito una forte accelerazione ribassista, scivolando di nuovo sotto quota $30, con un crollo -5% circa a $29,24 a New York, e cedendo oltre -4% a $32,86 nel caso del Brent, sui rinnovati timori circa le scorte in eccesso.

Alta rimane l’attenzione sulle banche Un nuovo schiaffo alle banche europee è arrivato dallaa BCE che, stando a quanto risulta da un documento che è stato reso noto nella sessione di oggi, ha infatti ordinato ai principali istituti dell’Eurozona di aumentare i loro livelli di capitale di 0,5 punti percentuali in media, dopo aver valutato i loro rischi per un anno.

Dal report è emerso anche che cinque banche non dispongono di capitali sufficienti a centrare il target fissato. Non sono stati fatti i nomi di questi istituti, il che provoca maggiore incertezza sui mercati. In particolare, si legge che una banca ha visto il proprio capitale Tier 1 scendere in modo significativo rispetto agli obiettivi richiesti.

Molte banche, ha detto la Banca centrale guidata da Mario Draghi, stanno tuttora attraversando una fase di ripresa dalla crisi finanziaria del 2012 e “continuano a far fronte a rischi e ostacoli”.

Bancari dunque sotto pressione a Piazza Affari, anche se Mps riesce a evitare il crollo.Mps cede -1,35%, Bper oltre -6%, BPM -2,27%, BP -4,34%, Intesa SanPaolo -2,53%, Unicredit -3,75%, Ubi Banca -1,91%.

Tra i titoli di altri settori FCA -2,83%, Cnh Industrial -2,58%, Campari +1,13%, Azimut Holding -3,74%, Mediaset oltre +3%, Saipem arretra oltre -3%, così come Telecom Italia.

In generale l’indice di riferimento Stoxx 600 dell’azionario europea ha concluso la settimana con un rialzo +4,1%, il più forte su base settimanale dallo scorso ottobre. L’indice ha recuperato +7,1% dal minimo in 29 mesi, testato lo scorso 11 febbraio, quando è scivolato nella condizione di “ipervenduto”. Stando a quanto rende noto Bloomberg Capital Group, gestore deri fondi che ha asset per un valore di $1.400 miliardi, la volatilità rimarrà tuttavia elevata, causa il rallentamento dell’economia globale e l’incertezza sulle prossime manovre delle banche centrali. Lo Stoxx 600 è scambiato a un valore pari a 14,4 volte circa gli utili attesi, in calo dai 16,7 di aprile.

Gli investitori sono tornati a comprare e l’Asia ha archiviato la sua migliore settimana dell’anno.

A sostenere il mercato sono le speranze di un intervento coordinato da parte dei maggiori produttori di petrolio, membri Opec e non, per ridurre l’offerta in eccesso e le promesse delle banche centrali, Bcein primis, di nuovi stimoli monetari.

Petrolio, trivellazioni in calo del 63% ma produzione sono del -10% in Usa
Operazioni di trivellazione petrolifera sono in calo del 63% in Usa, ma produzione solo del -10%. È migliorata l’efficienza.

L’indice Nikkei ha chiuso tuttavia la seduta odierna in calo del -1,42%. La Borsa di Tokyo ha comunque chiuso l’ottava in rialzo del 6,79%.

Sul valutario, lo yen si è rafforzato sull’euro, salendo ai massimi di quasi due anni, attorno a quota JPY 125. La moneta giapponese è salita anche sul dollaro, con il rapporto USD/JPY in calo di mezzo punto percentuale sotto JPY 113. I tassi sui bond giapponesi con scadenza a 10 anni sono scesi fino a -0,01%, scendendo sotto lo zero per la prima volta in una settimana.

L’euro durante la seduta ha bucato la soglia di $1,11, per poi riagguantarla e superarla nel finale. La sterlina ha ridotto le perdite sul dollaro a $1,43 circa.

Nei media mainstream si continua a ripetere la cantilena che la domanda è solida e la ripresa dell’economia globale continua. La realtà è ben diversa, anche per la prima economia al mondo, come evidenziano gli ultimi dati macro sul manifatturiero Usa. In particolare il calo della domanda nel settore energetico a questi livelli estremi è indice di un sistema economico in piena crisi.