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Bce pronta a cambiare tattica

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Ormai anche i membri del board della Bce più ‘colomba’ non se la sentono di escludere la possibilità che in Eurozona vengano alzati i tassi di interesse prima della fine del programma di Quantitative Easing. Così sarà se inflazione ed economia faranno meglio delle attese. La Bce dovrebbe essere pronta a cambiare politica monetaria se i dati sull’inflazione incominciano a raggiungere gli obiettivi prefissati, secondo Sabine Lautenschläger.

L’inflazione, uno dei fattori cruciali per determinare le politiche della Bce, è migliorata decisamente negli ultimi mesi in Eurozona. I prezzi al consumo hanno toccato quota 2% in febbraio in area euro, esattamente come la soglia magica indicata dalla Bce, ma soprattutto per via di un rincaro del petriolio, l’indicatore ‘core’, quello che esclude le componenti volatili di cibo ed energia e che viene considerato da Mario Draghi il pilastro dello stato dell’arte dell’economia della regione, non è che allo 0,9%.

Con il calo dei prezzi dell’oro nero, è probabile che in marzo l’inflazione scenderà dai livelli toccati il mese precedente. Detto questo Lautenschlager spera che i numeri migliorino da qui al prossimo incontro di politica monetaria di giugno:

“Dovremmo prepararci a un cambiamento delle politiche monetaria non appena i dati mostrano una certa stabilità in modo che quando avremo una crescita sostenibile verso il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi saremo pronti a farlo” ha dichiarato all’emittente CNBC Lautenschläger.

Nella sua ultima conferenza stampa di marzo, il presidente della Bce Draghi ha detto che le pressioni inflative sottostanti sono ancora troppo deboli e pertanto è troppo presto per ridurre la portata del programma di stimolo monetario straordinario.

Da aprile il QE viene ridotto di capacità ma se tutto va da copione Bce, dovrebbe durare fino a dicembre. Sul fronte obbligazionario europeo, come sottolineano da Monitor Immobiliare, se l’inflazione come previsto scenderà le emissioni possibilmente più favorevoli (con scadenze principalmente brevi e rimborsi) dovrebbero contribuire a mantenere bassi i tassi di interesse.

Bundesbank: rialzo tassi Bce non è da escludere

Uno dei membri di spicco del board della Bundesbank ha osservato come tutto può ancora succedere, visto che le prossime mosse di politica monetaria della Bce e l’ordine nel quale verranno adottate non sono state ancora decise dal board della banca centrale. Esse potrebbero anche prevedere un rialzo dei tassi e la vendita di bond. Il concetto espresso dal politico ex CSU (partito alleato del partito al governo del Cancelliere Angela Merkel) Joachim Wuermeling dimostra come la Germania, favorevole alla fine del Quantitative Easing e a un impegno maggiore per contrastare le crescenti pressioni inflative da parte della Bce, stia perdendo la pazienza.

Il ritorno dell’inflazione dopo anni di rischi di deflazione mette in dubbio le politiche ultra accomodanti di Mario Draghi, fatte di programmi multi miliardari di acquisto di titoli di Stato e tassi zero – sotto zero nel caso dei tassi sui depositi presso la Bce. Il QE è stato prolungato fino a fine anno.

“La forward guidance del direttorio della Bce presume che un rialzo dei tassi di interesse è da mettere in conto dopo la fine del programma di acquisto di Bond”, ha detto Wuermeling a Francoforte. “Ma qui (a Francoforte) tutto è possibile“.