Economia

Banche, cosa succede ai risparmiatori se falliscono?

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Le banche che stanno mandando i tilt i mercati. In Usa hanno chiuso Silicon Valley Bank e Signature Bank. A First Republic Bank sono oggi stati complessivamente trasferiti 30 miliardi di dollari da parte di una trentina di banche statunitensi. In Europa è sotto osservazione la banca svizzera Credit Suisse, che ha ricevuto un salvagente dalla Banca Nazionale Svizzera dopo che il prezzo delle sue azioni era crollato ai minimi storici, ma il percorso del creditore in difficoltà verso il baratro è stato lungo e tumultuoso. L’annuncio che Credit Suisse avrebbe preso in prestito fino a 50 miliardi di franchi svizzeri (54 miliardi di dollari) dalla banca centrale è arrivato dopo una serie di sessioni consecutive di forti cali. Credit Suisse è la prima grande banca a ricevere un intervento di questo tipo dalla crisi finanziaria globale del 2008.

Sicuramente la crisi di Credit Suisse fa riemergere sentimenti di paura e sconforto per i risparmiatori. In Italia ancora scottano le ferite aperte dai crac di Banca Etruria e delle Popolari di Vicenza per citarne alcune. Ma cosa succede se una banca fallisce?

Come tutelarsi se la banca fallisce

Soffermandoci sulla normativa italiana, per tutelare i conti correnti entra in gioco il Fondo interbancario di tutela dei depositanti (FITD),  che garantisce i depositi bancari in caso di liquidazione coatta amministrativa di una banca aderente, fino a 100 mila euro per depositante. Una sorta di paracadute che, in caso di crac di una banca, fa sì che i clienti ricevano entro 20 giorni un rimborso fino a un massimo di 100 mila euro ciascuno.

Tutte le banche italiane sono tenute ad aderire obbligatoriamente a uno dei sistemi di garanzia dei depositanti istituiti e riconosciuti in Italia. L’adesione è condizione necessaria per l’esercizio dell’attività bancaria.

In Italia esistono due sistemi di garanzia dei depositi, il FITD e il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo. Aderiscono al FITD tutte le banche italiane, ad eccezione di quelle di credito cooperativo.

Aderiscono al FITD anche le succursali di banche extracomunitarie autorizzate in Italia, salvo che partecipino a un sistema di garanzia estero equivalente. Le succursali di banche comunitarie possono aderire al FITD per integrare la tutela offerta dal sistema nazionale di appartenenza. Il rimborso dei depositanti può avvenire solo in caso di liquidazione coatta amministrativa della banca. La tutela del FITD si applica a:

  • depositi in conto corrente;
  • conti di deposito (anche vincolati);
  • certificati di deposito;
  • libretti di risparmio;
  • assegni circolari.

Il rimborso è effettuato entro sette giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa della banca. Il pagamento è effettuato dal FITD tramite una banca consorziata, che agisce in qualità di Banca tesoriera del FITD attraverso la propria rete di filiali dove il depositante potrà recarsi scegliendo fra una delle seguenti modalità:

  • bonifico bancario (su un conto corrente diverso da quello intrattenuto presso la banca in liquidazione); assegno circolare;
  • ritiro di contanti (nel rispetto della normativa vigente).

Al raggiungimento del limite massimo di 100 mila euro concorrono anche gli interessi maturati fino alla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta.

Così ad esempio, se un correntista è titolare di un deposito con un saldo di 80.000 euro e alla data della liquidazione coatta amministrativa della banca vanta interessi per 5 mila euro, avrà titolo a ricevere una somma pari a 85 mila euro.

Cosa succede al mutuo?

La normativa fino al 2015 prevedeva che quando una banca falliva interveniva la Banca d’Italia ed il mutuatario diventava debitore nei confronti dello stato, mantenendo le stesse condizioni stipulate con l’atto di mutuo.

Dal 2015 è entrato in vigore il decreto “salva banche” per cui di solito l’istituto di credito in crisi viene assorbita da un gruppo finanziario più grande che la incorpora al suo interno e ne acquista crediti e debiti.

In tal caso al mutuatario non cambia nulla e continua a pagare il mutuo alle stesse condizioni stipulate con l’atto di mutuo al momento dell’acquisto della casa.

Quando il gruppo bancario assorbe la banca in difficoltà invierà una lettera a tutti i clienti debitori e creditori informandoli di aver acquisito tutte le attività della loro banca precedente e invitandoli a presentarsi in banca.

E’ sempre possibile effettuare la portabilità del mutuo, ossia la possibilità di chi ha in corso un mutuo di trasferirlo ad un’altra banca che gli offre le migliori condizioni.