Mercati

Borsa Milano: tracollo del 3%, svendute auto e banche

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ROMA (WSI) – Azionario europeo sotto pressione e Borsa Milano in ribasso di tre punti percentuali. In una seduta che è andata via via peggiorando il listino Ftse MIB ha chiuso di poco sopra una soglia tecnica importante, quella di 17.100 punti. Mercati confusi dalle dichiarazioni che arrivano dalla Fed e zavorrati ancora una volta dai prezzi del petrolio. Non solo.

Il colosso francese Peugeot scatena forti smobilizzi sul comparto auto, con l’indice di settore che cede il -3% circa. Nel giorno della presentazione del suo piano strategico, il titolo dell’azienda francese è sotto pressione, per aver indicato target che non sono piaciuti al mercato. Tra questi, il target margine operativo atteso nel periodo 2016-18 al 4% dei ricavi in termini medi, inferiore al 5% del 2015. A Piazza Affari FCA cede -4,5% circa.

Piazza Affari assiste all’accelerazione ribassista del Ftse Mib che, dopo aver bucato la soglia di 18.000 la scorsa settimana, è scivolato a 17.109 punti. Sul paniere italiano delle blue chip sono avvenute anche alcune sospensioni per eccesso di ribasso, come quelle che hanno colpito MPS e Banco Popolare, riammesse poi alle contrattazioni con perdite tra -5% e -6%.

Prezzi del petrolio in ribasso, con il contratto WTI scambiato a New York che ha bucato anche la soglia di $36 al barile e il Brent sotto quota $38.

A zavorrare l’azionario, sono le dichiarazioni arrivate da Christine Lagarde, numero uno del Fondo Monetario Internazionale, che ha lanciato un nuovo alert sulle condizioni dell’economia globale, parlando di rischi probabilmente in aumento.

Sul fronte Fed, nelle ultime ore è intervenuto prima il numero uno della Fed di Boston, Eric Rosengren. Rosengren ha affermato che i mercati dei futures scontano uno scenario probabilmente troppo pessimistico, e ha posto l’accento sulla solidità dei fondamentali Usa. Poi, è stato il turno di Charles Evans, numero uno della Fed di Chicago, che ha parlato di rischi al ribasso che incombono sulle previsioni di crescita dell’economia. Evans si era detto proprio di recente favorevole a due rialzi dei tassi nel corso del 2016.

E non sono assolutamente di buon auspicio le notizie che sono arrivate oggi dal fronte economico dell’Eurozona.

Sell sulla borsa di Tokyo, con il Nikkei precipitato al minimo in sei settimane, sulla scia del continuo apprezzamento dello yen, a dispetto delle parole di Haruhiko Kuroda, numero uno della Bank of Japan, che ha affermato che agirà prontamente per rafforzare le misure già ultra accomodanti di politica monetaria fino a oggi adottate, in caso di necessità, abbassando anche ulteriormente i tassi già negativi.

E l’effetto è che sul mercato valutario lo yen si è appprezzato nei confronti del dollaro, con il rapporto di cambio USD/JPY che scende anche sotto JPY 111. Lo yen viaggia praticamente al record in 17 mesi nei confronti del dollaro, tanto che sul mercato aumentano le speculazioni su un imminente intervento della Bank of Japan per porre fine al rialzo. Finora, le sue dichiatazioni di politica monetaria espansiva, tra cui quella che conferma l’impegno a portare ancora più in territorio negativo i tassi sui depositi, in caso di necessità, non hanno avuto grandi effetti. Tutt’altro. Euro/dollaro in calo sotto di $1,14.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund è in forte rialzo e si attesta attorno ai 118 punti base,  con un balzo superiore a +6%, a fronte di tassi sui BTP decennali attorno all’1,28%, in rialzo. Crollano oltre -23% i tassi sui Bund tedeschi, a conferma della caccia ai beni rifugio da parte degli investitori. A tal proposito, oggi l’oro è in forte rialzo.

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