WSI Economia Eurozona, Draghi falco a metà: bazooka ancora necessario Eurozona, Draghi falco a metà: bazooka ancora necessario
di Daniele Chicca
Pubblicato 26 Febbraio 2018 • Aggiornato 27 Febbraio 2018 09:24
Mario Draghi continua a camminare in equilibrio precario sul filo della retorica, barcamenandosi tra l’ottimismo economico da un lato e l’atteggiamento non troppo aggressivo di politica monetaria dall’altro.
L’economia dell’area euro si sta espandendo con forza, più delle previsioni, e la BCE prevede che l’inflazione di fondo tornerà gradualmente ad allinearsi sui valori desiderati dalle autorità di politica monetaria. Tuttavia gli stimoli monetari sono ancora necessari per garantire stabilità. Così ha spiegato Draghi parlando davanti al Parlamento europeo.
Allo stesso tempo i prezzi al consumo devono ancora dare segnali più convincenti di essere impostati per un andamento sostenuto in rialzo. Tenuto conto dell’incertezza relativa alle risorse, di lavoro e di capitale, inutilizzate, i numeri reali potrebbero essere più alti di quelli stimati. Il rapporto tra crescita e inflazione rimane in gran parte intatto, anche se si è momentaneamente indebolito.
Parlando in un’audizione alla Commissione sugli Affari Monetari ed Economici del Parlamento Ue, il presidente della Bce ha inoltre continuato a mettere in guardia dai pericoli di un’ondata protezionista, pur negando che ci sia una guerra valutaria e commerciale mondiale in atto. Nel commentare le politiche dell’amministrazione Trump, Draghi ha detto che la maxi riforma del fisco rimodellerà lo scenario fiscale mondiale, aiutando senza dubbio le aziende Usa. “È troppo presto per dire se le conseguenze in Eurozona saranno significative”.
Sulla situazione della Grecia, paese indebitato che sta finalmente per mettere fine al terzo programma di aiuto esterno, Draghi ha detto che molto è stato già fatto ma che mancano un paio di cose da sistemare. Quasi tutte le azioni concordate con la Bce sono state implementate (ne rimangono solo due e dovrebbero venire completate nelle prossime due settimane), pertanto la banca centrale non ha discusso l’ipotesi di chiedere eventuali nuovi programmi o riforme.
A chi gli ha posto una domanda sul motivo per cui i prezzi di case e degli asset finanziari vengono inclusi nei calcoli per arrivare all’indice di inflazione della Bce, Draghi ha risposto che l’obiettivo principale è raggiungere il target e che l’impegno sul fronte dei prezzi al consumo può contribuire a “salvaguardare il potere di acquisto dei cittadini dell’area euro”.
La Bce fa una valutazione del livello dei prezzi degli attivi finanziari, per esempio per calcolare gli effetti che questo può avere sulle condizioni finanziarie e sul benessere della gente. Per finire Draghi ha specificato che il board della Bce non ha preso in considerazione l’estensione del programma di Quantitative Easing.
“Quello che dico da un po’ di tempo è che in presenza di una situazione economica in miglioramento abbiamo bisogno del giusto mix di tre elementi. Siamo più fiduciosi sul fatto che l’inflazione si stia avvicinando al nostro obiettivo, ma dobbiamo essere persistenti e pazienti. L’inflazione di fondo non è ancora in prossimità del nostro obiettivo e questo dato sarà la misura chiave per stabilire la politica monetaria dei prossimi mesi”.
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