Società

Anche Bce nel mirino degli hacker nordcoreani

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Cento e oltre  le istituzioni finanziarie nel mirino degli hacker nordcoreani, dalla Banca Mondiale di Washington, Bank of America, State Street, Bank of New York Mellon e la filiale statunitense della tedesca Deustche Bank alle banche centrali di Russia, Venezuela, Cile, Messico e Repubblica Ceca fino alla BCE.

A rivelarlo il New York Times che è riuscito a ottenere un elenco di indirizzi IP forniti da esperti di cybersicurezza. Il tutto risale allo scorso ottobre quando i pirati informatici di Pyongyang sono riusciti a entrare nella rete delle banche polacche e qui hanno lasciato tracce importanti. Le banche polacche hanno subito sì il colpo ma, come precisa il quotidiano newyorchese, è stato fermato in tempo e non è stato rubato denaro.

Dal colpo è emerso che gli strumenti messi in atto da questi hacker per entrare nelle banche sono diventati sempre più sofisticati. Ma perché colpire proprio gli istituti di credito? Il regime di Kim Jong-un entrando nelle banche può ottenere facilmente il denaro necessario per finanziarie le sue attività militari che allarmano la comunità internazionale. Così sembra che vi siano hacker nordcoreani anche dietro il maxi furto da 81 milioni di dollari nel contro della banca centrale del Bangladesh presso la Federal reserve di New York e dietro l’attacco alla Sony Picture Entertainment a novembre del 2014.

Una squadra di 1700 pirati informatici, a detta della Corea del Sud, a cui si aggiungono oltre 5mila tra supervisori e aiutanti, un vero e proprio esercito che avrebbe colpito anche la più importante istituzione bancaria in Europa, la BCE. Secondo quanto rende noto un portavoce della banca guidata da Mario Draghi a Il Sole 24 Ore la stessa banca sarebbe venuta a conoscenza del tentativo di hackeraggio già a inizio febbraio.

“Il nostro team dedicato alla sicurezza ha velocemente concluso che non siamo stati infettati e ha preso misure aggiuntive per prevenire ulteriori rischi legati a quel tentativo di compromissione. In quanto organizzazione finanziaria pubblica internazionale, la Bce è sempre un target di hacker e ha le misure e le procedure necessarie per gestire tali minacce”.