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Eurobond: piacciono alla finanza internazionale secondo l’Aibe

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La maggioranza del mondo finanziario e dell’impresa internazionale ritiene che le emissioni di debito comune europeo (Eurobond) siano uno strumento utile per la ripresa economica europea, per quanto esse dovrebbero affiancarsi ad altri strumenti di sostegno, come il Fondo Salva-stati (Mes). E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal Censis per l’Associazione italiana banche estere (Aibe) su un pane internazionale di società finanziarie, fondi di investimento, imprese multinazionali (in un periodo compreso fra il 5 e il 15 maggio).

Il 58% dei componenti del panel considera gli Eurobond uno strumento utile, ma segnala anche la necessità che questo strumento sia affiancato da altri dispositivi. In particolare, il 34,7% degli intervistati ritiene che il Mes potrebbe essere lo strumento alternativo più adeguato a sostenere le economie in difficoltà, seguito da un incremento degli acquisti di titoli da parte della Bce (24,5%). Solo il 14% dei componenti del panel si dice contrario alla possibilità di utilizzare gli eurobond per finanziare la ripresa.

La visione sugli investimenti in Italia

L’impatto del Covid-19 sui titoli finanziari italiani è stato descritto come moderatamente negativo. Il 38,8% delle risposte prospetta un moderato deflusso di capitali in attesa di una ripresa delle attività nel corso del 2020. A seguire, circa un terzo dei rispondenti (32,7%) ritiene plausibile il verificarsi, invece, di un moderato afflusso di risorse verso quei settori per i quali proprio la pandemia ha determinato un aumento della domanda: su tutti la filiera farmaceutica-medicale e quella alimentare, nei confronti delle quali si sta osservando un oggettivo orientamento della domanda interna. In generale, l’area della sfiducia sulla tenuta del sistema economico italiano e sulle possibilità di recupero a medio termine della sua forza produttiva è circoscritta al 16,2% delle risposte.

“Nonostante la forte esposizione dell’Italia al contagio e la rigida configurazione del lockdown, gli osservatori e operatori internazionali hanno evitato giudizi e valutazioni drastiche sulla possibilità di ripresa dell’Italia. Prevale, in sostanza, una sospensione del giudizio, a fronte di un contesto difficile da prevedere e da interpretare con chiarezza”, ha commentato il presidente dell’Aibe, Guido Rosa, “se ne ricava, dunque, una valutazione “fredda” e razionale degli effetti della pandemia sull’economia italiana, senza eccessivi allarmismi, ma lontana dall’elargire facili rassicurazioni”.