Coronabond
Per venire incontro alle esigenze dei Paesi più indebitati e con meno spazi per fare le pur necessarie politiche di disavanzo aggressivo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha evocato, il 17 marzo, la possibilità di emettere titoli di stato europei specificamente disegnati per questa fase di crisi: i Coronabond.
L’obiettivo è quello di raccogliere liquidità per far fronte alle spese legate alla gestione dell’emergenza di COVID-19.
Coronabond: come funzionano e vantaggi
Ad emettere queste obbligazioni (di fatto, degli Eurobond) potrebbe essere la Banca europea per gli investimenti (Bei), in cui l’onere di ripagare il debito e a garantirne la solvibilità sarebbero, tutti assieme, i Paesi dell’Unione europea.
Il vantaggio dell’operazione sarebbe il seguente: diluendo i rischi di insolvenza più forti, come quelli di Italia e Grecia, con quelli più bassi di Germania o Olanda, il tasso d’interesse appropriato dei Coronabond sarebbe nettamente più basso rispetto a quello che sarebbe altrimenti richiesto al solo “emittente Italia”.