State Street: nessuna ragione per un crollo dei Bond
Il bistrattato mercato dei Bond ha le spalle larghe, vacilla ma non crolla. E può riservare opportunità in alcuni segmenti a patto che si mettano da parte aspirazioni di rendimento sui governativi europei: “Non si dovrebbero tuttavia registrare tracolli nei prezzi, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti, neanche in questo ambito”, spiega Niall O’Leary, responsabile strategist obbligazionari per l’area Europa, Medio Oriente e Africa di State Street Global Advisors.
In Europa i tassi di interesse sono destinati a rimanere bassi per tutto il 2018 e nel 2019″. Rimane il fatto che per trovare un rendimento soddisfacente, l’ingente liquidità ancora presente sui mercati si è dovuta spostare sul credito investment grade e sulle obbligazioni high yield. “Neanche in questi segmenti i prezzi sono convenienti se confrontati con le medie storiche – prosegue O’Leary – ma almeno sono profittevoli in termini di rendimento”.
Inoltre il rischio di credito a cui ci si espone è in diminuzione a fronte di una crescita, in Europa, della profittabilità delle aziende”. Un’altra fonte di rendimento è il debito dei mercati emergenti: “Molti si aspettavano difficoltà all’indomani dell’elezione di Trump. Tuttavia, dopo la fuga di capitali di novembre e dicembre 2016, il flusso si è invertito a inizio anno. È una asset class interessante: offre un premio per il rischio attraente e fa riferimento a un’area geografica con una tendenza alla crescita che si estenderà anche al prossimo anno”.
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