Economia

Le multinazionali pagano meno tasse di dieci anni fa

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Le grandi società pagano una percentuale di tasse sui profitti inferiore del 9% a quella che versavano dieci anni fa. Lo dimostra una ricerca del Financial Times sulle multinazionali. Il calo si spiegherebbe per metà con il taglio delle imposte alle imprese deciso da alcuni governi per far crescere la produzione. Ma per l’altra metà è frutto dell’abilità a sfuggire dalla tassazione che hanno sviluppato le aziende. Oggetto della ricerca del giornale sono state dieci multinazionali di nove settori diversi, le maggiori per valore in Borsa.

A guadagnare di più sono stati i colossi del web come Facebook, Google e Apple: per loro la percentuale di tasse sui profitti è diminuita del 13% in dieci anni. Ma per le imprese del web il periodo di allegria potrebbe essere quasi arrivato al termine. La proposta della Commissione europea di una web tax del 3% sul loro fatturato dovrebbe essere adottata la prossima settimana. Sarebbero colpite le grandi imprese con entrate annue a livello globale superiori a 750 milioni di euro ed entrate annue “tassabili” superiori a 50 milioni di euro nell’Unione europea. Anche le grandi aziende statunitensi come Uber, Airbnb e Amazon potrebbero essere toccate dal nuovo prelievo.

Secondo Michael Devereux, esperto di fiscalità e professore ad Oxford citato dal Financial Times, una delle spiegazioni del calo delle tasse alle multinazionali è la competizione dei governi per abbassare le imposte, volta ad attrarre investimenti e creare posti di lavoro. “Non vedo come questa possa finire”, ha detto Devereux. Il taglio della tassazione deciso dal presidente Usa Donald Trump potrebbe per esempio portare a tagli in altri Paesi. Altre scappatoie nei sistemi fiscali, in particolare negli Stati Uniti, che rendono conveniente “salvare” i propri profitti nei paradisi fiscali, sono fra le cause del calo delle tasse pagate dalle multinazionali.