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Wall Street in stallo, dopo gli eccessi post-Fed

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NEW YORK (WSI) – Il mercato azionario Usa ritraccia dopo la seduta positiva di ieri, in coda all’annuncio della Fed circa la riduzione della portata delle misure di stimolo monetario.

Il Dow Jones sale dello 0,07% a 16.177,47 punti, il Nasdaq perde lo 0,29% a 4.058,13 punti mentre lo S&P 500 cede lo 0,06% a 1.809,68 punti. Facebook in calo con i titoli del social network che perdono lo 0,94% a 55,05 dollari nel giorno in cui la societĂ  ha annunciato una seconda offerta di azioni.

Notizie no dal fronte macro; riguardo al mercato del lavoro, le richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione hanno deluso le attese, attestandosi al valore piĂą alto dalla fine di marzo.

Male anche le notizie in arrivo dal mercato immobiliare, con le vendite di case esistenti che sono scivolate a novembre -4,3%, attestandosi a un tasso annuo di 4,9 milioni di unità: hanno inciso negativamente i tassi sui mutui più alti. Il dato è il peggiore dal dicembre del 2012 e fa affacciare dubbi sulla reale ripresa del mercato del mattone negli Stati Uniti.

Diffuso anche l’indice Philadelphia Fed, che misura il trend dell’attivitĂ  manifatturiera dell’area di Philadelphia, che a dicembre è salito a 7 punti dai 6,5 punti di novembre, ma al di sotto degli 11 punti attesi.

Facebook titolo osservato speciale, ha ceduto fino a -4% dopo l’annuncio di un piano di una offerta pubblica di 70 milioni di azioni di Classe A.

Focus soprattutto sulla decisione del numero uno Mark Zuckerberg di vendere un pacchetto di 41,4 milioni di azioni per un valore di $2,3 miliardi. Lo smobilizzo porterĂ  la partecipazione del ceo dal 58,8% delle azioni con diritto di voto al 56,1%. Facebook ha dichiarato che Zuckerberg dovrebbe utilizzare la maggior parte dei ricavi che otterrĂ  con la vendita di azioni per il pagamento di tasse legate all’esercizio di una opzione per acquistare 60 milioni di azioni Classe B.

Ogni azione di Classe A corrisponde a un voto, mentre le azioni di Classe B corrispondono a 10 voti e possono essere convertite in qualsiasi momento in titoli di Classe A. Il membro del cda Marc Andreessen venderĂ  altre 1,65 milioni di azioni classe A, mentre Facebook ne offrirĂ  27 milioni.

Sul fronte Fed, Ben Bernanke ha stupito tutti, annunciando il tanto temuto tapering, ergo la manovra volta a ridurre la maxi iniezione di liquiditĂ  che ha consentito all’indice S&P di balzare +168% dal minimo in 12 anni testato nel 2009. Il listino azionario di riferimento è salito +27% quest’anno, e si appresta a riportare il maggior guadagno su base annua dal 1997.

A partire dal mese di gennaio, gli acquisti di Treasuries e bond legati ai mutui che dal settembre del 2012 avvengono a un ritmo di $85 miliardi al mese, saranno ridotti di un valore di $10 miliardi al mese. La Fed inizierĂ  dunque a staccare la spina in modo graduale.

Tuttavia, all’indomani dei nuovi massimi testati da Dow Jones e S&P, Wall Street propende per una pausa.

L’euforia lascia il posto alle riflessioni degli investitori, che iniziano a fare i conti con la possibilitĂ  che la stampella Fed ai mercati finanziari, prima o poi venga rimossa del tutto. C’è da dire comunque che l’annuncio di tassi a zero fino ad almeno il 2015 smorza le preoccupazioni degli operatori, che sanno bene che, nel momento in cui l’economia dovesse aver bisogno di un aiuto, la Fed sarebbe comunque sempre pronta a intervenire.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg Johannes Mueller, responsabile economista presso Deutsche Asset & Wealth Management, commenta così la mossa della Fed. “Il messaggio trasmesso è che l’economia sta bene” e che “il clima di incertezza è stato ridotto in modo significativo”. Inoltre, la riduzione sarĂ  “solo di $10 miliardi”. La “preoccupazione era che, una volta iniziato, il tapering sarebbe stato portato avanti in modo veloce, ma la Fed ha precisato che la manovra avverrĂ  in modo lento e che il contesto economico sarĂ  sempre tenuto in considerazione”.

Treasuries a 10 anni in calo, tassi in crescita al 2,93%.

Focus sulle trimestrali societarie, Oracle oltre +4% dopo i conti convincenti pubblicati ieri a mercati chiusi.

Sul mercato dei cambi, euro -0,07% a $1,3673; dollaro/yen -0,10% a JPY 104,16, euro/franco svizzero +0,16% a CHF 1,2247, euro/yen -0,15%, a JPY 142,42.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,14% a $97,80; oro sfonda al ribasso la soglia psicologica di $1.200 per la prima volta da quasi sei mesi, testando un minimo intraday a $1.198 dollari. Successivamente riduce perdite a 1203,40 dollari, con -2,60%.