Economia

Varoufakis: “Economia italiana non sostenibile”

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L’economia italiana non è sostenibile nella struttura attuale dell’euro e se uscisse, sarebbe la fine della moneta unica. Così l’economista ed ex ministro delle finanze greco Yannis Varoufakis nel corso di un’intervista a La Stampa.

L’economia italiana non è sostenibile nella struttura attuale dell’euro e nessuno ha idea di come l’Italia possa essere pienamente integrata nell’Eurozona. Se uscisse, sarebbe la fine dell’euro. Una calamità che porterebbe una divisione fra Nord e Sud e alla stagnazione. Ovvero il terreno ideale per far crescere il fascismo”.

L’ex ministro greco poi sottolinea che se fossi una “agenzia di rating avrei detto le stesse cose sull’Italia”, riferendosi al recente giudizio di Fitch che ha rivisto al ribasso da stabile a negativo l’outlook dell’Italia sulla scia delle incertezze politiche ed economiche.

“Pure io avrei atteso di vedere cosa fanno Salvini e Di Maio prima di dare il voto al Paese, ad attendere che si misurino con le sfide del Fiscal Compact”.

Su Salvini poi Varoufakis, leader del movimento politico Diem25 (Movimento per la Democrazia in Europa 2025) spende qualche parola in più, riconoscendo la sua abilità “a parlare con chi ha perso la speranza”.

“Mi colpisce la gravità delle parole usate dal governo. Salvini alimenta la xenofobia. È un periodo fascista (…) Il governo ha molti argomenti validi, la critica delle autostrade privatizzate e l’Europa assente sui migranti. Ma, come Goebbels negli Anni Venti, arriva a tesi incendiarie e misantrope che suggeriscono sgomento e orrore (…)

“Parla a un popolo che appartiene a una nazione orgogliosa, più produttiva e forte della Grecia, che esporta in tutto il mondo, che ha in deficit in surplus da vent’anni eppure si ritrova con il potere di acquisto in calo. Promette alle persone ‘vi farò parte di qualcosa di più grande’.”

Ma i suoi argomenti sono preoccupanti, secondo il professore di economia. “C’è chi ha dimenticato che Mussolini inizialmente parlava di protezione sociale e di pensione. Però poi ha eliminato i sindacati e il dialogo politico. E ha fatto una guerra che non aveva mai promesso”.