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UBI prende tempo dopo ops Intesa, Massiah: “Iter non scontato”

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Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca – colto di sorpresa dall’offerta di Intesa Sanpaolo che vuole conquistare la banca valorizzandola, in uno scambio di azioni, 4,9 miliardi – per ora prende atto e prende tempo.

L’offerta “non era concordata né a conoscenza del nostro CdA e del nostro management” ha detto, Victor Massiah, CEO di UBI Banca, uscito per la prima volta allo scoperto dopo il lancio dell’OPS da parte di Intesa.

Il manager, in una lettera inviata ai dipendenti, ha confermato che “è molto presto per trarre considerazioni”, aggiungendo che quella arrivata è solo una proposta e che “prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee”.

Massiah ha ricordato la tempistica rilassata dell’operazione: il prospetto sarà presentato alla Consob il prossimo 7 marzo ed il periodo di adesione non inizierà prima della fine di giugno. Prima di questa, “il CdA di UBI dovrà esprimersi, a valle di una adeguata istruttoria”.

Il CEO di UBI ha poi sottolineato che UBI viene definita nella proposta “la migliore delle banche medie italiane” ed ha aggiunto è una qualità che “il mercato ci ha sempre riconosciuto e di cui dovete essere orgogliosi”.

Ieri, il Consiglio di Amministrazione ha preso visione dell’offerta ed ha “conferito delega” all’a.d. di “nominare gli advisor finanziari e legali” che assisteranno il gruppo nella valutazione della proposta.

“Prima dell’inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno, il cda di Ubi dovrà esprimersi al riguardo, a valle di una adeguata istruttoria”, ha aggiunto, precisando che “l’iter non è scontato”. Per Ubi, in ogni caso, qualunque sia lo scenario futuro “il modo migliore per poterlo affrontare è continuare a lavorare con l’impegno di sempre, senza minimamente allentare l’attenzione e la focalizzazione sugli obiettivi che ci siamo dati”.

Anche fra i grandi soci di Ubi, che si riuniranno in mattinata, c’è chi storce il naso di fronte all’ops di Intesa Sanpaolo, più per le possibili ricadute sul territorio e sulla governance che sulla parte economica in sé, su cui pure c’è chi spera in un rialzo. La riunione è stata fissata alle 10 al Palazzo del Monte, quartier generale bergamasco della famiglia Bosatelli.

Il patto di consultazione aggrega il 17,8% del capitale sociale ed è composto da Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia, Polifin Spa e famiglia Bosatelli, Next Investment Srl (famiglia Bombassei), P4P Int e famiglia Pilenga, Radici Group e famiglia Gianni Radici, Scame Spa e famiglia Andreoletti e Upifra Sa (famiglia Beretta).