Economia

Intesa-Ubi: dagli utili alle nuove assunzioni, tutti i numeri dell’operazione

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La banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e Ubi potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo. Non ha dubbi il Ceo di Intesa, Carlo Messina commentando l’offerta lanciata su Ubi Banca.

Il nostro settore, a livello europeo, è entrato in una nuova fase che richiede maggiori dimensioni, una più ampia capacità di investire e l’adozione di un nuovo modello di finanza sostenibile. Grazie a questa operazione, la banca che nascerà dall’integrazione tra Intesa Sanpaolo e Ubi potrà essere uno dei leader del sistema bancario europeo. L’ammontare degli impieghi sarà di circa 460 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani affidano alla nuova Banca supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: queste cifre esprimono tutta la forza dell’economia italiana, le capacità del nostro sistema imprenditoriale e la solidità del patrimonio delle nostre famiglie.

Le sinergie e gli utili stimati

Come si legge nella nota stampa di Intesa che annuncia l’Offerta Pubblica di Scambio Volontario sulla totalità delle azioni di Ubi Banca, l’obiettivo è creare valore per gli azionisti tramite la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo anche grazie alle sinergie derivanti dall’aggregazione e stimate a regime in circa 730 milioni di euro ante imposte per anno, nonché realizzare utili consolidati superiori a 6 miliardi di euro dal 2022.

Come scrivono gli analisti di Equita, “il razionale strategico del deal risiede nel consolidamento del mercato domestico in cui Intesa SanPaolo dovrebbe aumentare la quota di mercato al 20%”. La banca guidata da Carlo Messina – segnalano ancora gli analisti di Equita – offre 17 azioni Intesa (al netto dei dividenti) per ogni 10 Ubi, valutando così la banca guidata da Victor Massiah  0,6 volte il patrimonio tangibile e 12 volte gli utili attesi per 2020, con un premio del 16% rispetto ai prezzi di chiusura di ieri.

Intesa Sanpaolo è oggi uno dei principali gruppi bancari in Europa che conta circa 11,8 milioni di clienti grazie al supporto di circa 3.800 sportelli sparsi su tutto il territorio nazionale. Ubi banca invece rappresenta il terzo gruppo bancario del paese per capitalizzazione dopo Intesa, e UniCredit e vanta una copertura multiregionale con circa 1600 filiali, di cui 608 in Lombardia e 144 in Piemonte e una rilevante presenza nel Centro e Sud Italia.
Il gruppo guidato da Victor Massiah, proprio ieri mattina aveva presentato il Piano industriale triennale che aveva stimato un utile netto a 665 milioni nel 2022 grazie a proventi operativi in aumento dello 0,3% medio annuo e costi in calo dell’1,9% medio annuo, prevedendo al contempo anche la riduzione di personale per circa 2.030 risorse, incluse le 300 oggetto dell’accordo sindacale del dicembre 2019. Piano che ora è messo in soffitta dopo la mossa a sorpresa di Intesa.

BPER e UnipolSai tra cessione di filiali e assicurazioni

La concentrazione di tanti sportelli tra la prima e la quarta banca d’Italia, potrebbe far accendere i fari dell’Antitrust. Da qui il deal prevede, in caso di perfezionamento, la cessione di 4-500 sportelli da parte di UBI a BPER per superare vincoli antitrust. BPER difatti ha reso noto di aver sottoscritto con Intesa Sanpaolo un contratto che prevede, in caso di perfezionamento dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa dalla stessa Intesa Sanpaolo su Ubi, di acquisire un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie, ubicate in prevalenza nel nord del Paese. Una mossa che servirebbe a Intesa ad evitare problemi di concentrazione.

UnipolSai inoltre, per il medesimo motivo, rileverà, sempre in caso di successo dell’offerta su Ubi, i rami d’azienda delle compagnie assicurative Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita partecipate da Ubi Banca.

Per ora, sottolineano da Equita, non emerge il prezzo dell’eventuale esborso e il perimetro dell’operazione, ossia se UnipolSai manterrà il controllo al 100% delle compagnie di bancassurance di UBI o ne cederà una quota e se le nuove compagnie acquisite agiranno solamente sulle nuove filiali di BPER acquisite da UBI o su un perimetro differente. In ogni caso, continuano gli analisti, “l’operazione potrebbe avere senso dal punto di vista industriale sia per rafforzare la propria presenza sul canale vita che per acquisire un nuovo canale bancassicurativo nella raccolta danni, permettendo una maggiore diversificazione rispetto al business Motor”.

Le ricadute occupazionali

L’annuncio dell’operazione Intesa Sanpaolo – Ubi porterà a 2.500 ingressi di giovani nel nuovo gruppo bancario. Tuttavia a fronte delle nuove assunzioni ci saranno anche 5 mila uscite, mille delle quali grazie a quota 100. Anche Ubi nel suo piano industriale aveva annunciato 2.030 esuberi ma quel piano adesso verrà totalmente cancellato e adesso occorre capire se rimarrà quella quota degli esuberi nella banca.