Economia

Troppi risparmi ‘fermi’ in banca: i consigli per salvare il proprio tesoretto da rischi

Gli italiani sono un popolo di grandi risparmiatori. Si calcola ci siano oltre 1.384 miliardi di euro accantonati sui conti correnti italiani e sottratti alla circolazione. Un ‘bottino’ che ha continuato a crescere fino al 2021, prima che l’inflazione si ripresentasse più prepotente del previsto e invertisse il trend, costringendo gli italiani ad attingere alle riserve accantonate per far fronte al carovita.

I rischi di tenere i risparmi sul conto corrente

Questa inversione di trend dimostra il rischio principale a cui si è esposti nel mantenere parcheggiata la liquidità in attività per definizione infruttifere come i conti correnti: l’inflazione. Per risolvere il problema dell’inflazione l’ideale è scegliere forme di investimento ibride che hanno come obiettivo la protezione del capitale e il controllo della volatilità, ma che contemporaneamente riescono a offrire rendimenti superiori all’inflazione.

L’altro pericolo che si corre a mantenere il proprio patrimonio liquido sul conto corrente, anche se spesso sottovalutato, è il fallimento della banca. Un tempo, quando una banca entrava in crisi, lo Stato interveniva per tutelare i correntisti tramite un fondo pubblico costituito con i soldi dei contribuenti. Oggi questa garanzia non esiste più per depositi superiori ai 100.000 euro: è l’istituto di credito a dover ripianare i debiti attingendo dalle proprie risorse, secondo quello che in termini tecnici viene chiamato bail-in. A farne le spese sono innanzitutto gli azionisti, gli investitori, gli obbligazionisti e i risparmiatori. Il consiglio dunque è quello di tenere il conto corrente al di sotto di 100 mila euro, in modo da non rischiare neanche un euro in caso di fallimento della banca.

Scoraggiare le giacenze superiori ai 100mila euro, è l’obiettivo delle modifiche unilaterali che stanno applicando ai clienti con eccesso di liquidità immobile sul proprio conto alcuni istituti di credito come Fineco. Per ora le iniziative – che vanno dal sollecito ai  clienti verso la chiusura dei conti correnti con giacenza media superiore a 100mila euro all’applicazione di una commissione pari anche allo 0,5% sui conti superiori a 100mila euro fino alla rinegoziazione delle condizioni contrattuali, in caso di giacenza eccessiva – riguardano prevalentemente i clienti corporate, ma in futuro potrebbero estendersi ai risparmiatori.

Infine, sui correntisti aleggia lo spettro della tassa patrimoniale. Ad esempio nel luglio del 1992 il governo Amato impose, in una notte, un prelievo straordinario dai conti correnti degli italiani pari al 6 per mille, la cosiddetta “tassa patrimoniale”. In quell’occasione tutti urlarono al furto di Stato. Lo spettro dell’imposizione fiscale, attuata con decretazione di urgenza, intimorisce tutt’oggi il popolo. Anche l’esempio della Grecia, che ha imposto d’un tratto un limite ai prelievi dal conto, ha segnato i risparmiatori di tutta Europa e, in particolare, quelli italiani, così vicini alla situazione ellenica.

Quali sono le alternative

L’ultimo osservatorio del portale SOStariffe spiega proprio come evitare di mandare in fumo i propri risparmi. La scelta di tenere immobile una grossa somma di denaro sul conto corrente è sempre più costosa e insostenibile per i consumatori dice l’osservatorio, secondo cui una buona idea per evitare che i risparmi vadano in fumo è contattare la banca e valutare soluzioni di investimento a breve o a lungo termine.

Investire parte della liquidità in eccesso in prodotti finanziari a basso rischio, ad esempio, può essere utile a non farla ‘aggredire’ dall’inflazione e dalle commissioni che la banca stessa può trovarsi costretta a imporre, proprio in virtù dei rialzi dei tassi aggressivi da parte della Bce.

Se poi l’istituto di credito non ci propone soluzioni convincenti possiamo sempre rivolgerci ad un’altra banca o valutare di investire in altro modo il denaro in modo autonomo. Chi non ama gli investimenti, invece, può spostare i propri risparmi in un conto deposito. Si tratta di uno strumento che consente di ottenere nel tempo una rendita senza rischi. In alternativa le somme si possono spostare in un conto senza commissioni sulla liquidità, in tutto o solo per la parte di denaro eccedente rispetto al tetto imposto dalla banca.

Quanto soldi hanno gli italiani sul conto corrente

Il saldo dei conti correnti è passato da 967 miliardi del dicembre 2017 a 990 miliardi l’anno successivo (+2,4%), per poi salire ulteriormente a 1.044 miliardi nel 2019 (+5,5%), a 1.110 miliardi nel 2020 (+6,3%) e poi ancora a 1.144 miliardi nel 2021 (+3,1%). La pandemia dunque ha accelerato notevolmente questa tendenza al risparmio del Belpaese. Ma nell’ultimo anno il saldo ha virato al ribasso, segnando un calo dell’1,7% da dicembre 2021 alla fine del 2022, per poi accentuarsi negli ultimi mesi. Tanto che la piattaforma di lending crowdfunding Ener2Crowd, in collaborazione con gli esperti di GreenVestingForum, ha stimato che i depositi nei conti correnti italiani sono scesi del 4,8% tra marzo 2023 e lo stesso mese dell’anno precedente, diminuendo di 56 miliardi di euro.