Mercati

Tassi negativi, le banche italiane iniziano a correre ai ripari

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Per le banche italiane il peso dei tassi negativi si è fatto più forte nell’anno del Covid-19. Con le politiche ultraespansive della Bce la pressione verso il basso si è fatta sentire sull’Euribor e una prima conseguenza inizia ad avere risvolti concreti anche per i clienti di un’importante banca che ha deciso di chiudere i conti correnti inattivi con giacenze superiori ai 100 mila euro.

La decisione presa in Italia si inserisce in una serie di provvedimenti avviati anche in altri paesi europei.  In settembre, diverse banche con sede in Francia hanno annunciato l’applicazione di un tasso negativo sui conti correnti di clienti con patrimoni elevati. Anche in Germania, la Sparkasse di Monaco, la quinta cassa di risparmio su scala nazionale, ha scelto un tasso negativo per tutti i depositi superiori a euro 100.000.

Tassi negativi, la scelta di Fineco

Secondo quanto comunicato con una lettera ai correntisti, a partire dal 18 maggio, i correntisti di FinecoBank dovranno sottostare a nuove regole. Per i clienti con almeno 100mila euro di liquidità sul conto e privi di finanziamenti in essere o di forme di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato la banca potrà rescindere il contratto. E chiudere il conto del cliente.

FinecoBank lo ha annunciato in una lettera di “Proposta di modifica unilaterale del contratto” che esordisce con una lunga spiegazione sui costi dei tassi negativi per le banche. Rispetto al 2019 le politiche espansive anti-pandemia adottate della Bce hanno contribuito ad abbassare l’Euribor a un livello tale per cui, ogni trimestre, un conto corrente con una giacenza media di 100mila euro costerebbe alla banca 24,5 euro. L’Euribor è il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento.

Il mantenimento sul conto corrente di giacenze liquide rilevanti, genera per FinecoBank significative ripercussioni negative sull’equilibrio economico fra i costi sostenuti per l’erogazione del servizio e i ricavi derivanti dall’utilizzo dello stesso”, ha scritto la banca. Di fronte a questi nuovi costi la scelta di FinecoBank è stata quella di mantenere inalterate “le condizioni economiche stabilite a novembre 2019”, ma di modificare le condizioni contrattuali in modo da limitare depositi di liquidità che non costituiscono per la banca opportunità di guadagno, bensì solo costi.

La scelta di Fineco “è coerente con la strategia” che punta a “trasformare e rendere più efficienti i conti ‘full-liquidity’ che sono inattivi, insieme a una maggior selettività nella fase di acquisizione di nuovi clienti”, hanno commentato gli analisti di Equita Sim, “riteniamo comunque che i clienti che hanno un ammontare significativo di liquidità sul conto e ‘inattivi’ siano un numero molto contenuto”.