Economia

Tesoro: “pensioni troppo basse, ma riforma Fornero va difesa”

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ROMA (WSI) – Sì, le pensioni minime in Italia sono troppo basse, e la questione deve essere affrontata. Tuttavia la Legge Fornero va difesa. E’ quanto ha detto Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia, rilasciando una intervista al quotidiano Repubblica.

“Non c’è dubbio che le pensioni minime in Italia sono troppo basse. E’ un problema che prima o poi dobbiamo affrontare, assieme alla flessibilità di uscita, alla questione di genere, con le pensionate svantaggiate rispetto ai pensionati, alla ricongiunzione troppo onerosa, agli ultimi 24 mila esodati da salvaguardare. Ma con una convinzione di fondo: la riforma Fornero va difesa”.

Baretta sottolinea che “l’impianto resta quello”, anche se “aggiustamenti sono possibili”.

E’ intanto caos totale nell’esecutivo, riguardo al tema delle pensioni, dopo il post su Facebook del premier Matteo Renzi, che ha proposto di estendere il bonus da 80 euro anche a chi percepisce le pensioni minime.

Il Tesoro, per voce del vice ministro dell’Economia Enrico Zanetti ha anche gelato Renzi, parlando di “populismo di governo”. Sarcasmo da Susanna Camusso.

Detto questo, già nella giornata di ieri il sottosegretario Baretta era intervenuto in Commissione Lavoro alla Camera, annunciando che il governo sta studiando attentamente una proposta di riforma pensioni per il 2016 da inserire all’interno della prossima legge di stabilità. Baretta ha parlato della necessità di affrontare “l’intera problematica” legata alla “eccessiva rigidità” della flessibilità in uscita “e le condizioni finanziarie e sociali per poter eventualmente intervenire”.

Baretta ha messo in evidenza le differenze di trattamento pensionistico tra uomo e donna:

“si intravede la necessità di assestamento interno al sistema previdenziale ma dobbiamo dirci che la risposta alle diseguaglianze di genere possono essere affrontate e risolte se sapremo intervenire a monte, ovvero nel mercato del lavoro, in particolare rafforzando le azioni necessarie a realizzare la completa uguaglianza di retribuzione e contribuzione tra i sessi”.

Dal canto suo Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera ha affermato che:4

“Nelle audizioni di oggi (ieri per chi legge) alla Commissione Lavoro della Camera, con i sottosegretari Baretta e Biondelli, sono emerse positive conferme circa l’intenzione del Governo di affrontare il tema delle pensioni”. “Il primo è quello della flessibilità, per il quale noi chiediamo un confronto con l’esecutivo sulla nostra proposta di 4 anni di uscita anticipata con una penalizzazione dell’8%. Riteniamo che questa proposta sia possibile con il mantenimento, nel medio-lungo periodo, dell’invarianza dei costi e della sostenibilità del sistema previdenziale. Sulla proposta degli 80 euro mensili per le pensioni più basse, Renzi non dimentichi che bisogna tener conto dei contributi versati per non creare nuove ingiustizie e della delega sulla povertà in discussione alla Camera al fine di non creare confusione. Infine, se si vuole migliorare il sistema, e soprattutto intervenire a favore delle donne, sarebbe inaccettabile unificare i contributi necessari per la pensione di anzianità (attualmente 41 anni e 10 mesi per le donne) a quelli degli uomini (42 anni e 10 mesi) per applicare le direttive europee: se si vuole superare la disparità, si faccia il percorso inverso e si portino i lavoratori al livello dei contributi previsti per le lavoratrici”.

Con la precisazione:

“Aumentare di un anno il numero dei contributi per le donne equivarrebbe a predicare bene e razzolare male”, conclude.