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Spunta la pista ucraina per il sabotaggio del gasdotto Nord Stream

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Il sabotaggio che ha avuto come oggetto il gasdotto Nord Stream, il quale è avvenuto nel corso del mese di settembre 2022, sarebbe stato opera di un gruppo pro Ucraina. Ricordiamo che l’attentato era avvenuto in acque internazionali nel Mar Baltico, non molto distante dall’isola danese di Bornholm. A riferire questa notizia sono alcune fonti di intelligence, ma alla stessa conclusione sono arrivati anche gli investigatori tedeschi.

Per effettuare il sabotaggio, sarebbe stato noleggiato uno yacht da una società con sede in Polonia, che appartiene a due cittadini ucraini. Sembrerebbe che il gruppo di sabotatori fosse composto verosimilmente da sei persone, che avrebbero utilizzato dei passaporti falsi, con i quali avrebbero noleggiato la barca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, attraverso un tweet, ha velocemente liquidato la notizia, bollandola come una semplice teoria del complotto.

Per il momento, le cause delle esplosioni che a settembre hanno danneggiato il gasdotto Nord Stream non sono state accertate. In molti, comunque, ritengono che sia stato attaccato. I partner occidentali dell’Ucraina e la Nato sospettano che sia proprio la Russia la responsabile di questo attacco, anche se già a settembre un servizio d’intelligence avesse avanzato l’ipotesi del coinvolgimento di un commando ucraino nell’operazione.

Gasdotto Nord Stream, cosa è accaduto

Svezia e Danimarca, nel corso del mese di settembre 2022, avevano denunciato delle fuoriuscite di gas dai gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2, che sono impiegati per collegare la Russia all’Europa attraverso i mari del Nord. La Russia, benché dovesse ancora arrivare l’inverno, aveva già iniziato ad utilizzare l’arma dell’energia per fare pressione sugli stati europei, che stanno appoggiando l’Ucraina nella guerra tra Kiev e Mosca. Questo è uno dei motivi per i quali, fin dal primo momento, si era parlato di tentativi di sabotaggio russo. Dopo sei mesi, un’indagine portata a termine dal “New York Times” ha messo in evidenza che gli attacchi, invece, sarebbero stati opera di un gruppo pro-Ucraina.

Keiv ha immediatamente negato ogni suo coinvolgimento e quanto è emerso dall’indagine. Stando a quanto riferisce il quotidiano di New York, le indagini portate a termine dagli 007 statunitensi non proverebbero un coinvolgimento diretto del presidente Volodymyr Zelensky e della sua squadra di governo nel boicottaggio. Non proverebbe nemmeno che i sabotatori stessero agendo sotto la direzione di un qualsiasi funzionario di Kiev.

I sabotatori, comunque, sono degli esperti sommozzatori di cittadinanza ucraina o russa, che avevano ricevuto un addestramento militare. Non si ha, invece, alcuna informazione su chi possa aver finanziato l’operazione. Gli investigatori statunitensi spiegano di non essere in grado di luce sui processi decisionali di Kiev. I funzionari ucraini, benché abbiano una forte dipendenza dal sostegno militare, di intelligence e diplomatico statunitense, stanno continuando a mantenere un forte riserbo sui propri rapporti con gli Stati Uniti d’America. E anche la Casa Bianca, davanti a queste informazioni, si mantiene cauta.

“Sull’incidente al Nord Stream ci sono tre inchieste in corso, ancora non si è arrivati ad una conclusione, aspettiamo la fine delle indagini”, ha commentato il portavoce per la sicurezza nazionale americana, John Kirby. Nel caso in cui dovessero essere diffuse con insistenza un legame tra l’attacco al gasdotto Nord Stream e l’Ucraina, renderebbe più difficile tenere un fronte compatto e unito a sostegno di Kiev. Si rischia poi di incrinare il rapporto tra Kiev e Berlino, indispettita dal rialzo vertiginoso dei prezzi energetici che ha comunque accettato di fornire il proprio contributo in nome della solidarietà a una nazione invasa.