Economia

S&P: con debito alle stelle frenata credito inevitabile

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Dalla crisi finanziaria globale del 2008, il debito globale è aumentato di circa il 50% arrivando a livelli più alti e più rischiosi. Così l’agenzia di rating S&P secondo cui tra i governi più indebitati, gli Stati Uniti sono in assoluto quelli che hanno visto gonfiato il debito in maniera più forte, arrivando a 10.600 miliardi di dollari in più negli ultimi dieci anni. Nel frattempo la Cina ha visto aumentare il debito di 5.000 miliardi e l’Eurozona di 2.800 miliardi in più.

In generale, dice il report, ad alimentare questa corsa alle spese e all’espansione fiscale sono i governi delle principali economie al mondo, ma anche i privati come per esempio le società non finanziarie cinesi. Negli ultimi dieci anni il coefficiente tra debito e Pil è salito a più del 231% di media rispetto al 208% del giugno 2008. I livelli di indebitamento delle aziende cinesi sono aumentati di circa due terzi in un decennio, attestandosi al 155% del Pil.

Secondo gli analisti di S&P, se da un lato i rischi di un default sono stati bassi negli ultimi anni, tutto potrebbe cambiare con l’aumento del costo del denaro e la frenata della crescita economica globale. Inoltre c’è il rischio di una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 12 mesi con una probabilità al 20% -25%. Percentuali salite dal 15%-20% della fine dello scorso anno.

S&P: “tempesta perfetta” di rischi di una recessione

Da qui l’analista dell’agenzia di rating americana Alexandra Dimitrijevic, ha dichiarato:

“Una tempesta perfetta di rischi realizzati attraverso aree geografiche e asset class potrebbe innescare una recessione dannosa dal punto di vista sistemico. Questo scenario al ribasso riflette una maggiore dipendenza dai flussi di capitali globali e dalla liquidità del mercato secondario”.

I livelli del debito globale sono diventati “più alti e più rischiosi” di quelli di un decennio fa, il che significa, ha ammonito S&P Global Ratings, che “un’altra crisi del credito potrebbe essere inevitabile”. Fa eco alle parole di Dimitrijevic, l’altro analista Terry Chan secondo cui un rallentamento del credito globale è inevitabile ma non ci sarà rischio contagio.

“Il debito globale è certamente più alto e più rischioso oggi di quanto non fosse un decennio fa ma sebbene un altro calo del credito possa essere inevitabile, non crediamo che sarà altrettanto grave della crisi finanziaria mondiale del 2008-2009. Questo perché l’aumento del debito è in gran parte guidato da prestiti sovrani dell’economia avanzata e da società cinesi finanziate da fondi interni, riducendo così il rischio di contagio”.