Società

Ritorno al passato: si lavora all’asse PdL-Lega

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Roma – «Il joker è tornato». «Berlusconi non si fa scrupoli, fermatelo». Il ritorno della Mummia. Questi sono questa mattina i titoli delle principali testate internazionali, Daily Beast, Financial Times e Liberation, nell’ordine.

Cosi’ i media del mondo accolgono la notizia del ritorno in campo dell’ex primo ministro, spinto alle dimissioni dal presidente della Repubblica poco piu’ di un anno fa quando lo spread era salito sino a quota 574, che ha gettato nel caos lo scenario politico italiano per il 2013 e oltre. E se c’e’ una cosa che i mercati non amano – e’ risaputo – e’ proprio l’instabilita’ e l’incertezza.

Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati su L’Unita’, il PD al 34% triplicherebbe il PdL, fermo all’11% nonostante il ritorno in campo del leader Silvio Berlusconi. Nel sondaggio il Movimento 5 Stelle, che ha appena concluso le elezioni parlamentarie, e’ dato oltre il 15%, secondo partito d’Italia.

Anche con un vantaggio di tale portata per il primo partito d’Italia, la coalzione di centro sinistra che mette insieme Pd, Sel (6% circa) e Socialisti non e’ sicura di ottenere le maggioranza. Bersani ha assicurato che anche in caso di incertezza, non si ripetera’ l’esperienza Monti, bensi’ si tornera’ alle urne.

Dati alla mano, il tre volte premier deve essersi convinto che ha bisogno del supporto della Lega, sopratutto al Nord. A giudicare dai sondaggi e’ l’unica piccola speranza che ha di fare il botto, almeno al Senato, dove il Porcellum – la legge elettorale tanto criticata, ma che il Parlamento non ha avuto la forza di modificare – garantisce un premio a chi la spunta a livello regionale.

E’ cosi’ che i due partiti lavorano al ritorno dell’asse che ha guidato il paese prima dell’esperienza Monti. Senza nessun ostacolo a una lista degli ex An, che acconteterebbe gli scontenti del PdL. Il Cavaliere ha anche provato di far fare il salto dallo schieramento avversario del PD a Matteo Renzi, reduce dalla delusione per la sconfitta alle primarie del centro sinistra.

Un’alleanza gia’ vista che si potrebbe ricostruire a cominciare dalle elezioni in Lombardia, che coinciderebbero con il voto nazionale. Il Pdl potrebbe appoggiare infatti la candidatura di Roberto Maroni nella regione del Nord, magari in “ticket” con Maria Stella Gelmini, ma la Lega, come contropartita, dovrà prima stringere un accordo con il Pdl a livello nazionale in vista delle elezioni politiche di febbraio.

E’ questo il risultato principale dell’incontro di ieri sera, che Silvio Berlusconi ha definito “molto costruttivo”, tra l’ex premier e i dirigenti del Pdl nella residenza milanese del Cavaliere, in via Rovati a Milano.

In attesa di capire se Monti, che ha fatto un passo indietro “doveroso”, intende candidarsi, Berlusconi ha precisato che la richiesta di siglare un accordo a livello nazionale prima di formalizzare l’appoggio a Maroni Lombardia non è una chiusura nei confronti della Lega. Anzi. “Tutt’altro – ha detto Berlusconi – “Proponiamo con la Lega un’alleanza che si fonda su punti di programma condivisi” e poiché il rapporto col Carroccio dura da molti anni, “non vedo possibilità di contrasti”, ha detto l’ex premier. “Poco fa ho sentito al telefono Bossi – ha detto ieri Berlusconi – e ieri (sabato ndr) ho parlato con il segretario Maroni. Per la Lombardia, ha aggiunto, abbiamo deciso di sederci attorno a un tavolo con la Lega.

La condizionata apertura sulla Lombardia è stata però accolta con scetticismo dal leader della Lega lombarda Matteo Salvini: “‘La presenza di Berlusconi non aiuta a parlare di programmi e proposte concrete, speriamo in un centrodestra nuovo e pulito. Salvini ha aggiunto: “Il candidato in Regione è Maroni, per lui tante adesioni da destra e sinistra. Cosa succederà a Roma ci interessa poco, siamo concentrati sui problemi dei 10 milioni dei cittadini lombardi.

Berlusconi intende comunque recuperare consensi già da gennaio, in televisione. “Confido nel buon senso degli italiani – ha detto – cui cercherò di spiegare andando nel prossimo mese in tv che il voto frammentato rende il Paese ingovernabile”. Quel che è certo è che “l’esperienza del governo dei cosiddetti tecnici è finita”. Con le dimissioni di Monti “cambia poco perché abbiamo l’anticipo di un voto di un mese, un mese e mezzo. Noi abbiamo tenuto fede agli impegni”. E come data per le elezioni “sento il 24 febbraio, quindi penso che non si perderà tempo.

Riguardo il segretario del Pdl Angelino Alfano, Berlusconi ha affermato: “è in ticket con me, è il migliore protagonista tra i politici italiani, è un fuoriclasse. Da parte mia, ho alle spalle quasi vent’anni di leadership, dieci anni di governo, che mi porta ad essere considerato dagli italiani un conducator di cui fidarsi. Sarebbe stata una mancanza mia di responsabilità, con sacrificio personale, se non mi fossi riproposto”.

Berlusconi ha poi commentato le parole critiche sulla sua ricandidatura espresse da Martin Shulz: “E’ assurdo e inaccettabile che il presidente del Parlamento europeo possa esprimere un giudizio sulla politica italiana. E’ male informato perché se in Italia c’è una persona più europeista di Silvio Berlusconi, me la facciano trovare”. Infine, l’apertura a Matteo Renzi. “Se volesse venire con noi, sappia che ai liberali tengo sempre la porta aperte”.