Società

Direttore del Mes avverte: “Coronabond? Servono fino a 3 anni di preparazione”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Creare una nuova struttura per creare coronabond sarebbe complesso e richiederebbe tempo “uno, due o tre anni”: lo ha dichiarato il managing director del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Klaus Regling.

Secondo il capo del Fondo salva-stati l’emissione di nuovi titoli di debito comune dell’Eurozona non potrebbe che appoggiarsi su quelle istituzioni che, già ora, hanno emesso titoli di debito comune: il Mes, per l’appunto, o la Banca europea degli investimenti.

“Gli stati membri dovrebbero presentarsi con del capitale o delle garanzie” per creare i nuovi coronabond con un emittente ad hoc, “non si possono fare obbligazioni dal nulla”, ha affermato Regling.
In sintesi, il direttore del Mes ritiene che nella fase emergenziale in cui l’Europa si trova “l’unico modo” per garantire nuovi finanziamenti ai Paesi che ne hanno bisogno “sia quello di usare le istituzioni esistenti, con gli strumenti già esistenti”.

Il managing director del Mes ha poi precisato che accedere ai fondi del meccanismo da lui diretto non presenterebbe, nella fase attuale, condizioni severe come nel caso della crisi dell’euro. Ci sarebbe, sì, il vincolo del rispetto dello schema di sorveglianza Ue sulle regole fiscali (previste nel Patto di stabilità) ma ciò avverrebbe a prescindere dall’aiuto del Mes, ha affermato Regling.

Eurogruppo, nuovo “match” sugli eurobond il 7 aprile

Nel frattempo la prossima riunione dell’Eurogruppo è stata fissata per il prossimo 7 aprile e avrà in agenda, ancora una volta, “proposte per rafforzare la risposta a livello Ue alla Covid-19”. Le posizioni di Germania e Olanda si sono già schierate contro l’opzione-coronabond: sarebbe il Mes, in caso di necessità lo strumento da utilizzare.

Che la battaglia resti aperta lo testimoniano le parole del commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, secondo il quale “rischia di tramontare il progetto europeo, non solo quello della grande Europa federale” – il riferimento è proprio sui contrasti che attualmente dividono gli stati membri sulla risposta comune da dare alla pandemia. Dal ministero delle Finanze tedesco, invece, viene ribadita la linea: “La questione è come sostenere il credito e per questo c’è il Mes”.

Gentiloni ha poi attaccato uno dei Paesi più contrari a nuovi strumenti di debito comune, l’Olanda: “Certamente è un Paese che fa una una politica fiscale aggressiva nei confronti del resto dei Paesi Ue e non è l’unico, ma sulle politiche fiscali le regole prevedono l’unanimità”… “delle due l’una: o si capisce, anche da questa crisi, che bisogna fare passi in avanti nell’integrazione europea, o trovo bizzarro che le stesse persone che in questi anni hanno fatto le barricate ogni volta che c’era la possibilità di avere un maggior livello di integrazione oggi lamentano la mancanza dell’Europa”.