Economia

Powell (Fed) snobba Trump. E conferma: “tassi restano fermi”

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Il governatore della Fed, Jerome Powell, non si lascia intimorire dalle continue critiche del presidente Usa Donald Trump, che non perde occasione per puntare il dito contro le decisioni di politica monetaria della banca centrale Usa, e ribadisce di aver completato la manovra di taglio dei tassi, a meno che l’economia subisca forti frenate.

“Riteniamo che l’attuale posizione di politica monetaria probabilmente rimarrà appropriata finché informazioni in arrivo dall’economia saranno coerenti con il nostro outlook di crescita moderata e di robusto mercato del lavoro”, oltre che di inflazione stabile, ha affermato ieri Powell durante la prima testimonianza al Congresso dopo il terzo taglio consecutivo dei tassi di 25 punti base. “Se emergeranno sviluppi tali da provocare un riesame sostanziale delle prospettive, naturalmente risponderemo in modo adeguato”.

Va ricordato che, dopo l’ultima sforbiciata, il costo del denaro Usa è sceso all’1,5%-1,75%,. A questa manovra dovrebbe ora seguire una pausa, sulla base dei positivi dati su crescita, consumi e occupazione.

Powell ha inoltre invitato i parlamentari a preoccuparsi del ruolo centrale che, in presenza di eventuali future crisi, deve avere la politica di bilancio, oggi appesantita da un deficit che rischia di frenarla.

Botta e risposta tra Fed e Powell

Powell e la Fed sono costantemente nel mirino del presidente, Donald Trump. L’ultimo affondo è arrivato martedì, quando l’inquilino della Casa Bianca ha attaccato le scelte della Banca centrale, responsabile a suo avviso di danneggiare la crescita. “Ci ha messo in una posizione di svantaggio” rispetto ad altri paesi, ha detto, martedi intervenendo all’Economic Club di New York.

Al presidente americano, Powell ha mandato un messaggio chiaro: “tassi di interesse negativi non sono appropriati per gli Stati Uniti in questo momento”. Una bocciatura secca alle richieste e al pressing del tycoon di varare una politica dei tassi negativi così come quella portata avanti da altre banche centrali.

Powell rincara quindi la dose spiegando come le prospettive dell’economia americana sono positive, ma “restano rischi” quali “l’incertezza commerciale”. Un’incertezza legata alla guerra avviata da Trump con la Cina, ma anche alle tensioni con l’Europa, nei confronti della quale il presidente americano potrebbe imporre dazi sulle auto.