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Pil Italia, rimbalzo finito: difficile superare il 3%, inflazione al 6%

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È già finito il rimbalzo del PIL per l’Italia.  Proprio quando sembrava intravedersi una possibile normalizzazione dell’economia, in uscita dalla crisi pandemica, l’avvio del conflitto in Ucraina riacutizza le incertezze e, insieme alle tensioni sui prezzi, pone nuovi freni alla ripresa.

Pil Italia, le stime per il 2022

Dopo il +6,6% del 2021, anno in cui l’economia ha recuperato (in parte) la brusca frenata dovuta al COVID, il primo trimestre del nuovo anno si apre all’insegna della debolezza. Così nella media del primo trimestre il Pil dovrebbe segnare -2,4% sul trimestre precedente, dato che porterebbe a una crescita su base annua del 3,3%, in presenza comunque di un confronto favorevole.
Sono le stime di Confcommercio nella ’Congiuntura di marzo’ in cui viene calcolata a -1,7% mensile di marzo, +1,3% annuale. “Anche con il pieno sfruttamento delle risorse del Pnrr – spiega il rapporto -difficilmente si raggiungerà una crescita media 2022 superiore al 3%”.

Vola l’inflazione: oltre 1.800 euro l’anno per spese essenziali

Se la crescita frena, i prezzi mettono il turbo. Vola invece l‘inflazione, che a marzo potrebbe toccare il 6,1% annuo (+0,6% mensile), con aggravi di 1.826 euro per una famiglia media. Una dinamica che, alimentata da forti tensioni sui mercati delle materie prime, energetiche e non, si ripercuote sensibilmente sulla spesa delle famiglie.

“Serve una reazione più rapida, in raccordo con l‘Unione Europea come accaduto per la pandemia, per finanziare questa nuova e più grave emergenza e per ridare altro ossigeno al sistema imprenditoriale”, avverte il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sottolineando come la guerra in Ucraina abbia “amplificato la crisi economica, che dura da due anni, e il caro energia”.

Confcommercio rileva come, a parità di consumi obbligati, le famiglie italiane spenderanno in media 1.220 euro in piu’ all’anno per luce e gas, 320 euro per carburanti, 286 euro per alimentari e altri beni essenziali. Preoccupano poi da un lato la natura non transitoria del fenomeno, che potrebbe protrarsi fino ai mesi estivi, anche ipotizzando una distensione inflazionistica e geopolitica, dall’altro la diffusione degli aumenti a molti segmenti dei consumi, primo tra tutti l’alimentare.

Consumi sotto attacco: -54 miliardi in un anno

Del resto anche Confesercenti guarda con preoccupazione ai prezzi che, calcola, ridurranno di circa 54 miliardi i consumi su altre voci di spesa. In un sondaggio realizzato con Ipsos, valuta che solo il 9% degli intervistati affronterà il caro-bollette senza battere ciglio mentre il restante 91% adotterà qualche strategia di risparmio, arrivando a tagliare in media il 55% del budget previsto per le altre spese, quota che sale al 59% nelle regioni del Sud e delle Isole.

A rimetterci sono soprattutto i consumi più legati all’Italian Style: cene e pranzi fuori, moda e persino il rito del caffé. In cima alla classifica della revisione di spesa ci sono le consumazioni nei ristoranti, indicate come voce da tagliare dal 67%. Seguono abbigliamento e accessori (53%) e bar (49%).

Ma a soffrire è anche il turismo: il 47% indica la volontà di ridurre il budget per le vacanze, mentre un ulteriore 37% taglierà anche i viaggi brevi.