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Pil I e II trimestre rivisti al rialzo. Pd euforico ma industria italiana non va

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ROMA (WSI) – L’Italia stupisce, con il tasso di disoccupazione di luglio che torna ai livelli di due anni fa, esattamente del luglio del 2013. L’Istat comunica inoltre di aver rivisto al rialzo le stime sul Pil del II e III trimestre.

Precisamente, nel primo trimestre del 2015, stando ai dati aggiornati dell’Istat, il Pil è stato rivisto al rialzo dal +0,3% inizialmente reso noto al +0,4%, mentre nel secondo trimestre il prodotto interno lordo italiano è salito +0,3% su base trimestrale, contro il +0,2% comunicato, mettendo a segno una crescita su base annua dello 0,7% (dal +0,5% annunciato in precedenza).

Il secondo trimestre del 2015 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2014.

Rispetto al trimestre precendente, nel secondo trimestre del 2015 i principali aggregati della domanda interna hanno mostrato andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in aumento dello 0,3% (+0,4% per i consumi finali dei residenti) e gli investimenti fissi lordi in flessione dello 0,3%.

Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più forte sia per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%).

L’Istat ha comunicato inoltre che la spesa delle famiglie sul territorio nazionale ha registrato, nel secondo trimestre, una crescita, in termini tendenziali, dello 0,8%: in particolare, gli acquisti di beni durevoli sono aumentati del 9,2%, quelli di servizi dello 0,4%, mentre quelli di beni non durevoli hanno registrato una diminuzione dello 0,3%.

Trionfanti i toni del Pd: “Dopo i primi sei mesi di crescita che chiudono la recessione più lunga dal dopoguerra in avanti, riparte l’occupazione con un balzo che non ha precedenti negli ultimi anni. Cala la disoccupazione al 12% riportando l’orologio indietro a due anni fa”, ha detto il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei.

“I dati Istat riportano soprattutto un aumento dell’occupazione: il numero di occupati sale in generale a luglio 2015, rispetto al luglio 2014, di quasi un quarto di milione di occupati (+ 235.000). Un aumento di questa entità è una novità assoluta. Non sale solo l’occupazione in generale, ma in tutte le componenti:sale, rispetto all’anno scorso, l’occupazione maschile, quella femminile; sale, rispetto al secondo trimestre 2014, l’occupazione al Nord, Centro e Sud”.

Continuando: “L’Istat conferma infine quanto già emergeva dai dati ministero del Lavoro e Inps: è in corso un poderoso miglioramento della qualità del lavoro. Nel secondo trimestre 2015, per la prima volta dal 2010, l’occupazione a tempo indeterminato cresce, su base annuale, di più di quella a tempo determinato; inoltre, per il secondo trimestre di fila, il lavoro a tempo pieno cresce più di quello a tempo parziale. Con l’esclusione dello I trimestre 2015, questo non succedeva dal I trimestre 2011 come ripete Istat nel comunicato odierno”. Insomma: “Dopo la svolta della crescita economica, finalmente inizia la svolta dell’occupazione e lo fa con una forza inaspettata”.

Euforia all’interno del Pd, quando i numeri indicano comunque ancora una crescita caratterizzata dallo zero e virgola.

Tra l’altro, l’indice Pmi dell’Italia è scivolato al minimo in sette mesi, a 53,8 ad agosto, rispetto ai 55,3 di luglio, con le aziende italiane che hanno dovuto fare i conti con il calo maggiore dei nuovi ordinativi, dell’output e dell’occupazione.

A tal proposito Markit ha reso noto il Pmi manifatturiero dell’Eurozona, che ha alimentato un nuovo sell off sull’azionario europeo. L’indice è sceso a 52,3 punti dai 52,4 precedenti. Le fase di espansione in Germania, Olanda e Spagna sono state bilanciate dalle contrazioni in Francia e Grecia.

In particolare, in Germania il Pmi manifatturiero è salito a 53,3 ad agosto, dai 51,8 precedenti, riportando la crescita più forte in 16 mesi; male invece la Francia, con l’indice sceso a 48,3 dai 49,6 di luglio; in difficoltà anche il Pmi dell’Olanda, sceso al minimo in cinque mesi a 53,9 punti.

Al di fuori dell’Eurozona, Markit ha reso noto che l’indice Pmi è sceso a 51,5 da 51,9. (Lna)