Il mese di agosto è spesso stato delicato per Piazza Affari in quanto i volumi sottili rendono i prezzi più facilmente manipolabili da eventuali attacchi speculativi (cosa già successa ad Agosto 2014 e 2015). Nel contesto attuale, tuttavia, l’analista Pietro Di Lorenzo di Sos Trader si dice “abbastanza ottimista” sulla tenuta del nostro listino, “in quanto gli investitori istituzionali stanno chiudendo le scommesse al ribasso sui titoli italiani”.
In particolare Bridgewater, il più grande Hedge Fund del mondo, ha ricoperto quasi tutte le posizioni short aperte negli ultimi mesi del 2017. A inizio giugno deteneva ben dieci posizioni ribassiste a Piazza Affari (superiori allo 0,5% del capitale) su Bpm, Bper, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Generali, Azimut, Enel, Eni e Ubi.
Dalle comunicazioni Consob si evince che il Fondo guidato da Ray Dalio sta ricoprendo rapidamente tutte le posizioni corte: nel corso di questa settimana è andato sotto la soglia dello 0,5% su Prysmian, Pop Emilia, BPM, e Intesa Sanpaolo. In sostanza in questo momento solo su Unicredit detiene uno short dello 0,58%
Dal punto di vista dei grafici il listino FtseMib disegna una doji candle che fotografa una seduta in equilibrio con volumi e volatilità in contrazione. Piazza Affari ha archiviato la scorsa settimana in frazionale ribasso (-0,15%) evidenziando, stando a quanto riferito dagli analisti tecnici, “un mercato sonnecchiante in cui scarseggiano gli spunti operativi e si ha l’impressione che molti operatori non vogliano prendere rischi con l’inoltrarsi dell’estate”.
“Considerando che la maggior parte delle posizioni short sono state dichiarate a fine 2017, si stima che siano state chiuse con lauti guadagni“. Questa repentina ricopertura delle scommesse ribassiste da parte del primo Hedge Fund del mondo potrebbe essere “un primo segnale di allentamento delle morsa degli speculatori sul nostro mercato, aprendo possibili spiragli positivi”.
In quest’ottica, sarà importante monitorare nei prossimi giorni se questa tendenza alle ricoperture proseguirà analizzando i dati tecnici.

Fra i 40 titoli a maggiore capitalizzazione di Piazza Affari da tenere d’occhio in seduta, i graficisti di Sos Trader segnalano:
- LEONARDO fornisce interessanti segnali di inversione disegnando una Long white che supera la trendline ribassista scaturente dai massimi di Maggio. Una chiusura superiore a 9€ confermerà l’inversione.
- FERRARI riprende la corsa al rialzo (+6,52% negli ultimi 5 giorni) disegnando una interessante white marubozu. Riteniamo probabile il ritorno sui massimi assoluti in area 128€.
- PRYSMIAN mostra crescente forza relativa apprezzandosi del 5,9% nell’ultima settimana. La chiusura del gap in area 22€ richiamerà nuovi acquirenti.
- ATLANTIA torna al centro dell’interesse del mercato dopo una luna fase non direzionale, disegnando una Long white che testa la resistenza in area 25,5€. Una chiusura superiore a questo livello fornirà un interessante segnale rialzista.
- OVS riconosce il supporto in area 2,63€ disegnando una interessante white closing marubozu. Possibile un tentativo di rimbalzo verso 2,85€.
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Mentre le economie dei paesi industrializzati subiranno una frenata, quelle dei mercati emergenti accelereranno. Sono le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, secondo cui la variazione del PIL delle prime dovrebbe comunque restare sopra il trend del 2,4% quest’anno, prima di rallentare il passo al +2,2% nel 2019. Le previsioni potrebbero diventare decisamente più negative, fa sapere il Fondo, se la disputa commerciale si dovesse trasformare in una guerra dei dazi dannosa.
In attesa delle nuove trimestrali societarie Usa (oggi è la volta di Goldman Sachs), che prenda la parola il governatore della Bank of England Mark Carney e dell’audizione al Senato Usa del presidente Fed Jerome Powell, i mercati azionari sono contrastanti.
Progresso modesto per DAX e Ftse 100, che scambiano rispettivamente in area 12.563 e 7.602,3 punti, mentre il listino francese Cac40 lascia sul terreno lo 0,13% a 5.402 punti. Ieri i conti di Bank of America, migliori delle attese, hanno convinto il mercato, mentre i numeri di Netflix (annunciati a mercati chiusi) hanno fatto peggio del previsto, con il titolo che è crollato nell’after-hours. A deludere è stato soprattutto il dato sul numero degli abbonati.
L’andamento dei future Usa suggerisce che a Wall Street l’avvio di seduta sarà incerto dopo i conti positivi comunicati da Goldman Sachs e prima dell’audizione di Jerome Powell della Fed al Congresso. Intanto il calo di Netflix pesa sul morale e il trend dei FAANG, gruppo da i più ispirati nella prima parte dell’anno in Borsa. Quasi invariate le Borse europee.
Il caos a Westminster sta avendo un impatto sui mercati. Pare infatti che il governo May uscirà sconfitto dal voto sul disegno di legge sull’unione doganale per via della decisione dei Labouristi all’Opposizione.
Sul Forex, di riflesso si nota il calo improvviso della sterlina britannica, zavorrata dalle ultime incertezze relative alla Brexit. La moneta inglese è in flessione di circa lo 0,7% a 1,3146 dollari mentre rispetto all’euro è in ribasso dello 0,43% in area €1,1245.
Secondo trimestre oltre le attese per Morgan Stanley, ultima delle grandi banche americane a pubblicare il bilancio.
Nei tre mesi a giugno, il colosso finanziario a stelle e strisce ha riportato profitti in rialzo del 39% e al di sopra delle aspettative a 2,437 miliardi di dollari, 1,30 dollari per azione, contro gli 1,757 miliardi, 87 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso e sopra gli 1,11 dollari attesi dagli analisti.
Nello stesso periodo, il fatturato netto è cresciuto del 12% a 10,61 miliardi, anche in questo caso meglio dei 10,05 miliardi. Nel pre-mercato, il titolo segna un incremento del 3%.
Maxi multa in arrivo per Google. La Commissione Ue sta preparando una nuova maxi sanzione per il colosso di Mountain View per abuso di posizione dominante per il sistema operativo Android e dovrebbe essere molto più alta di quella da 2,4 miliardi di euro dello scorso anno. Si parla di una cifra intorno ai 4,34 miliardi.
Stmicroelectronics (Stm) controcorrente a Piazza Affari. Mentre il Ftse Mib oscilla intorno alla parità, i titoli dell’azienda italo-francese segnano un rialzo del 2,5%, portandosi a 20 euro.
Le azioni beneficiano dei numeri pubblicati dalla concorrente olandese, Asml, che nel secondo trimestre 2018 ha registrato un utile di 584 milioni di euro rispetto ai 540 milioni registrati del trimestre precedente. Le vendite, superiori alle attese, sono state pari a 2,74 miliardi di euro rispetto ai 2,285 del primo trimestre.
Debutto col botto per Intred a Piazza Affari. Nel suo primo giorno di quotazione sul listino Aim, i titoli dell’operatore attivo nel settore delle telecomunicazioni mettono a segno un progresso del 22%, attestandosi a quota 2,77 euro.
Intred è la diciannovesima quotazione sull’Aim da inizio anno, che porta a 108 il numero delle società attualmente quotate sul mercato dedicato alle piccole e medie imprese
Nella fase di collocamento, la società ha raccolto 11 milioni di euro. Il flottante al momento dell’ammissione è del 20,9% (24% in caso di integrale esercizio dell’opzione Greenshoe) con una capitalizzazione pari a circa 32 milioni di euro. Nel 2017 la società ha fatturato 14,8 milioni di euro.
A giugno inflazione inglese ferma si base mensile secondo i dati dell’ONS secondo cui l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato una crescita nulla su base mensile, inferiore al consensus e alla rilevazione precedente fissati rispettivamente su un incremento dello 0,2% e dello 0,4%. I dati stanno pesando sulle contrattazioni della sterlina, che sul Forex sta perdendo terreno nei confronti di dollaro Usa ed euro.
L’economia della seconda potenza dell’area euro è più robusta di quanto si temeva. Lo ha dichiarato il presidente della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, secondo cui l’outlook per il terzo trimestre è positivo.
L’attività economica si è ripresa in giugno, secondo il membro del board della Bce, e il tempismo del primo rialzo dei tassi da una decina d’anni dipenderà dalla traiettoria dell’inflazione. Mario Draghi potrebbe imporre una stretta monetaria anche nell’estate del 2019, ma non prima, stando a quanto riferito da Villeroy.
Nelle ultime stime del report World Economic Outlook dell’FMI, la revisione al ribasso più marcata ha interessato proprio la Francia (-0,3% del PIL rispetto alle previsioni calcolate sei mei prima).
Giugno è stato un mese molto debole per il mercato immobiliare Usa con i nuovi cantieri edili avviati negli Stati Uniti che dopo un maggio da record hanno subito un calo superiore a quello previsto dagli dagli analisti, raggiungendo il livello più basso dal novembre 2016.
Secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio statunitense, l’indice che misura l’avvio di nuovi cantieri ha registrato un ribasso del 12,3% al tasso annualizzato pari a 1,173 milioni di unita’; gli analisti avevano previsto un -2,2%. Nei primi sei mesi del 2018, le costruzioni sono cresciute del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2017.
“Non è troppo tardi per salvare la Brexit”, dice in aula in un appello accorato ai deputati Boris Johnson, il segretario britannico degli Esteri uscente. Il Regno Unito fa ancora in tempo, secondo Johnson, uno dei fautori convinti della Brexiteer fin dall’inizio, a difendere il genere di Brexit descritto nell’intervento di Lancaster House. Allora la premier Theresa May ha delineato per la prima volta i piani concreti del governo da intavolare nei negoziati di addio all’UE. E secondo Johnson va colto l’attimo dal momento che il tempo stringe e un’altra chance come questa non si presenterà.
Johnson è convinto che sarebbe un errore accettare ora un “trattato raffazzonato” e poi provare a resettarlo da capo più avanti in futuro. Il piano del governo rende “molto più difficile” per Londra negoziare accordi commerciali con altri paesi. Il voto della sera di martedì 18 luglio, in cui un emendamento a un testo legislativo sul commercio e relativo all’unione doganale ha rischiato di mandare in crisi un esecutivo sempre più spaccato a causa dell’opposizione di 14 ribelli, “ha mostrato che non c’è una maggioranza chiara alla Camera dei Comuni per rimanere nell’unione doganale”.
I guadagni di finanziari e industriali permettono all’indice S&P 500 di scambiare intorno ai massimi di cinque mesi (+0,81% al momento). Un aiuto arriva dalle trimestrali positive di alcune società di punta, specie nel settore bancario, che consentono di compensare le perdite di comparti come energia e tecnologia.
All’interno dell’universo hi-tech, Amazon ritraccia dopo aver toccato la capitalizzazione di 900 miliardi di dollari sulla scia dei risultati ottimi del suo evento di shopping a prezzi scontati riservato agli abbonati (Prime Day). Solo Apple prima era riuscita a sfondare tale soglia.
A parte il titolo Morgan Stanley, in rialzo di oltre il 3%, da segnalare c’è il balzo dei titoli Class B di Berkshire Hathaway. È il rialzo più notevole a Wall Street ed è possibile grazie all’annuncio della holding di Warren Buffett circa la volontà di eliminare il vincolo che impediva di varare piani di buyback dei suoi stessi titoli.
Il contratto WTI sul petrolio scambia in calo dopo che l’agenzia API ha riportato ieri notte un incremento inatteso dell’offerta (di 629 mila barili contro i -4,1 milioni previsti). Il prezzo ha continuato a essere appesantito dai dati sulle scorte settimanali pubblicati dal Dipartimento dell’Energia Usa, che hanno confermato la crescita dell’offerta, che avviene in concomitanza con un balzo della produzione e al crollo dell’export. Le scorte settimanali di greggio sono aumentate di 5,84 milioni, sorprendendo le attese che erano per una contrazione di 4,2 milioni di barili. Si tratta del balzo più accentuato da aprile.
Se le scorte aumentano è perché l’export fa fatica (vedi grafico). La produzione in Usa ha toccato 11 milioni di barili al giorno per la prima volta nella storia. Come ricorda l’analista del settore energetico di Bloomberg Intelligence Vince Piazza, anche se le scorte di petrolio americano si prosciugano, rimangono sempre i dubbi legati alla crescita economica globale alimentati dalle tensioni commerciali e geopolitiche e da un possibile incremento delle quote OPEC. Il calo della domanda per i prodotti raffinati ha compromesso nel frattempo l’ottimismo dei gruppi petroliferi americani.
Il fatto che Sergio Marchionne non si sia fatto vedere in pubblico da qualche tempo per via di una delicata operazione, ha insospettito sul possibile cambio di ruolo all’interno del gruppo FCA. Il top manager di origini svizzero canadesi dovrebbe lasciare il posto di amministratore delegato della casa automobilistica tra un anno, ma fino a oggi si sapeva ben poco di chi potrebbe essere il suo sostituto.
Stando alle indiscrezioni riportate da Dagospia, il favorito a prendere il posto di Marchionne sarebbe Vittorio Colao, ex numero uno mondiale di Vodafone, che ha incontrato in più di un’occasione il presidente ed erede della famiglia Agnelli John Elkann, nonché alcuni esponenti del governo. A Piazza Affari il titolo FCA ha chiuso gli scambi in calo dello 0,32% a 16,58 euro, facendo peggio dell’andamento generale di mercato (-0,03%).
Nonostante il balzo dei consumi in un’estate scandita da Mondiali di Calcio e barbecue, le vendite al dettaglio sono scese di mezzo punto percentuale nel Regno Unito. Il calcio fa meglio dello shopping, come categoria. I dati deludenti hanno avuto un impatto negativo sulla sterlina, già penalizzata dalle incertezze politiche ed economiche legate alla Brexit. La divisa britannica è scesa in area 1,299 dollari bucando la soglia chiave di 1,3 dollari e attestandosi ai minimi di dieci mesi.
Il dollaro è molto richiesto sul Forex quest’oggi: il nuovo scatto in avanti permette al biglietto verde di toccare i massimi di un anno.
Da aprile il dollaro Usa – che sta approfittando anche della debolezza della sterlina britannica e dell’euro – è in rialzo del 7%. Il rafforzamento della valuta americana rischia di mettere in difficoltà alcuni mercati emergenti e in particolare quei paesi maggiormente indebitati in dollari come l’Argentina. Il dollaro Usa ha registrato un guadagno da ormai quattro mesi di fila: una striscia positiva così lunga non si vedeva da tre anni.
In giugno le vendite al dettaglio Usa, importanti per conoscere lo stato di salute della prima economia al mondo, si sono espanse dello 0,5% come previsto. Il dato del mese precedente, in compenso, è stato rivisto al rialzo a 1,3% da +0,8%, dipingendo dunque un risultato oltre le previsioni delle vendite per quel periodo.
Esclusa la componente delle auto, gli acquisti retail sono cresciuti dello 0,4%, più dello 0,3% previsto. In maggio le vendite ex auto sono incrementate del +1,4% (percentuale rivista anche in questo caso in meglio da +0,9%). Lo stato di salute dell’economia dei consumi è stato dunque molto migliore a maggio di quanto precedentemente riportato. La notizia non dovrebbe fare nulla per rallentare il dollaro Usa sul Forex e nemmeno l’azionario.