Società

Grecia: torna la troika, pensionati sul piede di guerra

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Mentre gli emissari della troika dei creditori si apprestano a tornare ad Atene per verificare che le riforme all’insegna dell’austerity imposte dal governo siano effettivamente state introdotte come richiesto e per eventualmente ridisegnarne le fattezze, i pensionati sono scesi in strada numerosi per protestare contro i nuovi tagli.

L’ultima tranche del terzo prestito concesso dai creditori di Bce, Commissione Ue e Fmi è vincolata alla buona riuscita delle riforme pretese dalla troika, tra cui un taglio dell’assegno pensionistico anche fino a 34 euro al mese.

Per manifestare il proprio dissenso nei confronti di queste norme che riducono i servizi e aumentano le tasse, allo scopo di ridurre un debito che comunque è stato giudicato insostenibile persino dall’Fmi, i pensionati, con il sostegno dei sindacati, hanno proclamato uno sciopero generale per l’8 dicembre.

Nella piazza simbolo delle proteste e degli scioperi di questi ultimi cinque-sei anni, Syntagma, dieci mila pensionati sono accorsi per protestare contro la riforma Katrugalos, che porta a un rifacimento completo del sistema del welfare, andando a ridimensionare l’entità delle pensioni.

Tra le migliaia di persone accorse per manifestare, c’è anche chi ha simbolicamente bruciato le lettere con cui il ministro del lavoro Katrugalos, padre della riforma voluta dalla troika per rimettere in ordine i conti della Grecia e poter devolvere nuovi aiuti, annuncia tra le altre misure di austerity, la riduzione dei contributi previdenziali mensili.

Nel frattempo il rappresentante degli affari economici dell’Ue, Pierre Moscovici, e Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco delle Finanze, sono impegnati in un acceso confronto a distanza. Nel suo polemico libro “Midnight in Europe”, Moscovici accusa Varoufakis di “narcisimo sfrenato” e tattiche diplomatiche controproducenti durante l’apice della crisi dell’euro nel 2015, che non hanno fatto che peggiorare la situazione per l’economia greca.

Varoufakis, secondo il commissario Moscovici, ha cannibalizzato le discussioni e ha contribuito a creare tensioni rifiutandosi di negoziare fin dall’inizio. Il professore di economia ha replicato così: “più il terzo memorandum (sul piano di salvataggio) traballa e più diventano determinati nel farmi partecipe del loro odio, per il fatto che non l’ho firmato. Li ringrazio ancora una volta”.