di Paolo Paschetta (Pictet AM) Paolo Paschetta, Country Head per l’Italia di Pictet Asset Management

Sostenibilità: i prossimi mega trend secolari, dal carbon free alle smart city

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I criteri Esg non possono essere una moda e sono sempre più cruciali per le imprese, oltre a orientare le scelte di investimento, soprattutto dei Millenial. Non solo per una questione di etica: secondo l’Università di Harvard, un dollaro collocato in società Esg nel 1993, 17 anni dopo valeva 22,6 contro i 15,4 delle aziende meno attente al tema.

Il 7 marzo un nuovo regolamento europeo ha sancito l’obbligo per tutti gli strumenti finanziari proposti al mercato di indicare la propria sostenibilità ambientale e sociale. La riforma, che ha messo d’accordo Parlamento, Consiglio e Commissione, si applica a fondi comuni, polizze, schemi pensionistici, gestioni di portafogli individuali e contratti di consulenza: viene sancito il divieto di greenwashing e si prevede un sistema di monitoraggio che sarà garantito dalle tre autorità di vigilanza europee.

Una novità che riteniamo epocale e che arriva a valle dell’iniziativa di cui Pictet Am si è fatto promotore, attraverso la Swiss Sustainable Finance, meno di un mese fa. Ci riferiamo alla lettera aperta inviata l’11 febbraio scorso ai rappresentanti di FTSE Russel, Morningstar, MSCI, S&P Dow Jones Indices e STOXX, affinché siano rimossi da tutti gli indici – usati come base per la costruzione di prodotti di investimento attivi e passivi – i produttori di armi controverse.

L’appello è stato firmato da oltre 140 tra asset manager, investitori istituzionali, wealth manager rappresentanti un asset under management di 6,8 trilioni di dollari: una presa di posizione netta contro munizioni a grappolo, mine antipersona, armi biologiche e chimiche, armi nucleari che possono ferire in modo indiscriminato o sproporzionato e il cui utilizzo è vietato o limitato dalle convenzioni internazionali.

Ricorda Eric Borremans, Head of ESG di Pictet Asset Management: «In linea con le convenzioni internazionali, le best practice d’investimento e la pubblica opinione, riteniamo che i mezzi finanziari dovrebbero essere meno facilmente disponibili per i produttori di armi controverse».

Propensione verso la sostenibilità è diventata molto alta nel risparmio gestito

Ritengo molto importante che l’impulso a un’azione del genere sia venuto dall’industria del risparmio gestito, in un contesto in cui la propensione verso la sostenibilità e la responsabilità sociale e di governance è finalmente divenuta molto alta.

Secondo l’ultimo report di Global Sustainable Investment Alliance la massa di investimenti responsabili ha raggiunto il ragguardevole valore di 23mila miliardi di dollari con l’Europa in testa a 10,7 trilioni di dollari e gli Usa secondi a 6,5 trilioni. Un boom dovuto soprattutto all’avanzata dei Millenial: secondo una ricerca della US Trust Bank of America, tra i Millenial Hnwi il 77% detiene nei propri portafogli di investimento titoli sostenibili, contro una quota del 40% di tutti gli Hnwi.

Ultimo, ma non meno importante, investire in maniera sostenibile non è solo una scelta etica, ma ha impatti benefici anche sulle performance di imprese e portafogli.

Da una analisi recente di Pictet Am emerge che le società che rispettano i principi ESG registrano performance migliori e più stabili nel tempo, beneficiano di un costo del capitale inferiore e di rating creditizi più elevati. Le società che non sono in grado di gestire i rischi ambientali, invece, hanno costi di indebitamento in media superiori del 20%. Esiste inoltre una correlazione positiva tra la performance finanziaria e le credenziali di sostenibilità.

Che cosa implica questo per gli investitori?

Secondo lo studio “The Impact of Corporate Sustainability on Organizational Processes and Performance”, della Business School di Harvard, ogni dollaro investito in società altamente sostenibili nel 1993, nel 2010 valeva 22,6 dollari, contro i 15,4 dollari delle concorrenti meno attente ai criteri ESG. Infine, più è elevato il rating ESG di una società, meno è volatile l’andamento del corso azionario, soprattutto in periodi di turbolenza sui mercati.

Ancora, le società che rispettano i principi ESG sono meno esposte ai rischi aziendali derivanti da problemi ambientali, ad esempio, o di cattiva governance. Il crollo dei titoli della società petrolifera BP dopo il disastro Deepwater Horizon nel 2010 o quello di Volkswagen, nel 2015, in scia al dieselgate sono emblematici.

Insomma, più che mai, il tema della sostenibilità è cruciale. Pictet Asset Management ha questa consapevolezza dal 1999, anno del lancio del primo fondo mondiale sull’acqua: la sostenibilità non può essere né una moda né un approccio di marketing. Forte di un track record ormai ventennale a fine 2018 abbiamo integrato i criteri di selezione Esg in tutti i fondi e le strategie long-only e puntiamo a fare lo stesso per tutte le rimanenti strategie long-short e multi-asset.

L’obiettivo è assicurare, attraverso i criteri Esg, una visione di rischio/opportunità dell’investimento di più lungo termine che vada aldilà della mera valutazione dei dati finanziari delle aziende, del profitto e delle perdite, e del bilancio – perché crediamo che una società sia qualcosa di più di una somma di transazioni finanziarie.

Pictet AM interpreta il concetto di sostenibilità a 360 gradi: per questo di recente ha avviato un ambizioso progetto per rendere tutti gli uffici dei vari Paesi plastic-free, raddoppiando il programma avviato nel 2007 di riduzione delle emissioni di carbonio per dipendente del 40% entro il 2020. Inoltre, il quartier generale di Ginevra ha ospitato per anni il più grande impianto fotovoltaico privato della Svizzera. Infine, da dieci anni, Pictet organizza il Prix Pictet, il più importante concorso fotografico mondiale per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sostenibilità.

Sostenibilità, la strategia operativa di Pictet AM

Più operativamente, la nostra strategia principale è quella di selezionare titoli di società che offrono soluzioni a problemi ambientali come il cambiamento climatico e che favoriscano il passaggio a una economia a bassa intensità di carbone: energia pulita, gestione dello spreco, controllo delle emissioni dell’aria sono temi per noi classici.

Inoltre, sviluppiamo o gestiamo portafogli che investono nell’intera filiera economica ma che puntano soltanto in quelle società che sono all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità nel loro settore nei confronti dei loro competitor – per esempio preferiamo le compagnie che sono maggiormente esposte nel gas naturale rispetto al petrolio per il minore inquinamento.

La gamma di fondi tematici di Pictet AM negli anni si è ampliata fino a comprendere, insieme al Fondo Water, anche i Fondi Nutrition, Timber, Clean Energy, Global Environmental Opportunities e Smart City.

Prodotti che individuano i megatrend del prossimo futuro. In particolare, riteniamo cruciale il tema che segue il Pictet-Global Environmental Opportunities, un comparto azionario che investe principalmente in azioni globali di società che operano nella catena di valore dell’energia pulita, dell’acqua, dell’agricoltura, delle attività forestali cavalca il tema secolare del passaggio a una società sempre più carbon-free.

Principali posizioni in portafoglio: si distinguono Visa ed Ecolab

Un cambiamento molto importante, inoltre, è quello che sta segnando le nostre città e che cerchiamo di cogliere nel portafoglio Smart City, lanciato lo scorso settembre. Le città in tutto il mondo riconoscono la necessità di investire nell’ammodernamento delle infrastrutture e di adottare soluzioni e tecnologie più intelligenti per migliorare la qualità della vita di una popolazione che cresce in maniera esponenziale.

Il nostro obiettivo è rafforzare l’esposizione alle società che offrono soluzioni alle sfide poste dall’urbanizzazione e dal cambiamento nello stile di vita dei consumatori. Dunque, andiamo alla ricerca di aziende operanti in diversi settori che promuovono lo sviluppo di città più intelligenti, cioè più efficienti, sicure e sostenibili e che si adattano meglio alle esigenze dei cittadini.

Tra le principali posizioni in portafoglio si distingue Visa, uno dei due leader del mercato delle carte di credito, che vanta una solida crescita dei ricavi e margini attraenti. La diffusione dei metodi di pagamento elettronici è un trend che ha ancora un immenso potenziale.

Infatti, la maggior parte delle transazioni sono ancora eseguite in contanti, ma progressivamente, anche le più piccole, si stanno spostando sulle piattaforme elettroniche. Visa è nella posizione ottimale per trarne vantaggio. Puntiamo anche su un gruppo come Ecolab, 13 miliardi di dollari di fatturato e focus sulla fornitura di tecnologie e servizi per garantire acqua pulita, cibo sicuro e ambienti salubri a industrie del food, dell’hospitality, dell’healthcare, manifatturiere e oil & gas in 170 Paesi in tutto il mondo.

Riteniamo che i due megatrend secolari appena delineati saranno i più promettenti negli anni a venire.