Sul valutario l’euro oggi cede terreno nei confronti del dollaro, favorito dalle speranze di un rialzo dei tassi della Fed entro fine anno. Ma sul medio periodo la moneta unica è destinata a rafforzarsi sulla controparte americana, secondo gli analisti di Anima. È dall’elezione di Emmanuel Macron in Francia che per il dollaro è partita una fase di indebolimento, alimentata dalla divergenza fra gli sviluppi lungo le due sponde dell’Atlantico, sia a livello macroeconomico, con l’indebolimento di crescita e inflazione negli Stati Uniti e le sorprese positive in Europa, sia a livello politico, con i fallimenti dell’amministrazione Trump e l’ulteriore ridimensionamento del filone euroscettico in area euro.
“Il movimento – si legge nell’ultimo report flash di Anima – è stato particolarmente violento e in area 1,20 il cambio euro-dollaro ha raggiunto un livello vicino a quelli di equilibrio. È ragionevole aspettarsi, secondo il nostro punto di vista, una fase di consolidamento o anche di lieve recupero del dollaro, proprio perché questa divergenza è destinata in parte a rientrare, grazie al trend reflazionistico che potrebbe tornare e di cui parleremo più avanti. In ogni caso, il rafforzamento dell’euro dovrebbe prosegure nel medio termine, a causa del diverso posizionamento delle due aree geografiche nel ciclo economico e di politica monetaria, per la solidità dei fondamentali dell’area euro e per i massicci deflussi di capitale che hanno lasciato l’area durante la crisi del debito sovrano e che ancora non sono rientrati. A nostro avviso, quindi, una fase di consolidamento è possibile, ma strategicamente il trend sarà di rafforzamento dell’euro”.