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Monti: in Italia c’è voglia di uscire dall’euro

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Mario Monti percepisce come in Italia, dove negli ultimi tempi sono cresciute le spinte populiste e anti europeiste, ci sia una crescente voglia di uscire dall’euro. L’ex premier, per il quale si respira nell’aria un certo desiderio di fuga dai vincoli europei, ha aggiunto che alla fine tuttavia la realtà convincerà gli italiani a resistere alla tentazione di abbandonare la moneta unica.

In ogni caso poi, secondo Monti, indire un referendum sull’euro in Italia è pressoché impossibile. Per farlo bisognerebbe che salisse prima al potere una forza anti europeista, che questa trovasse la maggioranza parlamentare per cambiare la costituzione e inserire la possibilità di votare contro i trattati europei.

A quel punto andrebbe indetto un voto popolare per confermare le modifiche alla legge costituzionale – come avvenuto nell’ultimo referendum perso dal governo Renzi – e infine il popolo dovrebbe votare a favore dell’abbandono dell’area euro e di riflesso anche dell’Unione Europea, con tutte le conseguenze che questo comporta.

Il ministro italiano delle Finanze Pier Carlo Padoan ha un piano, secondo il senatore a vita ed ex presidente del Consiglio, per riportare l’Italia in linea con le regole dell’Unione Europea. L’Ue ha chiesto una manovra correttiva da 3,4 miliardi, pari allo 0,2% del Pil, al paese.

I leader del blocco a 28 devono però agire in fretta, secondo Monti. Quale momento migliore di questo per le autorità della regione di dimostrare coesione e risolutezza dopo la Brexit e nell’anno delle elezioni in Francia e in Germania.

“L’Unione Europea corre il rischio di disgregarsi“, secondo il professore della Bocconi.

Monti è salito alla guida di un governo di tecnici alla fine del 2011, all’apice della crisi dei debiti sovrani europei, quando lo Spread tra Btp e Bund era schizzato sopra i 500 punti base, costringendo l’allora primo ministro Silvio Berlusconi a dimettersi. L’Italia è uno dei rari paesi del Sud d’Europa a non aver attinto alle riserve dei fondi di salvataggio comuni europei per rimettere in sesto le sue finanze e il sistema bancario. Proprio sotto Monti è stato invece obbligato a varare misure di austerity anche molto pesanti per rispettare i patti europee di stabilità e di rientro del bilancio.