Società

Monti, il tecnico che diventa politico e che attacca tutti

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Roma – «Sì è vero lo spread è sceso (ora a quota 286, ndr), credo che il fenomeno durerà. Sono gli effetti sui mercati delle misure americane contro il fiscal cliff, ma c’è anche un recupero di fiducia da parte di capitali esteri nell’Italia. A giovarne sarà il prossimo governo». Così il premier dimissionario Mario Monti nella seconda intervista da candidato, rilasciata a Uno Mattina su Rai1.

Prima di entrare in studio, il presidente del Consiglio ha incontrato Andrea Calevo, l’imprenditore ligure rapito e liberato dalla polizia. Mettendo poi la foto dell’incontro su Twitter con un commento: «Sentirsi uniti nei momenti di difficoltà».

IL NOME DELLA LISTA? «CON MONTI PER L’ITALIA» – Ma l’economia è un passaggio rapido, c’è la «salita in politica» del professore ora a dominare la scena. «Il mio nome non sarà quello di una persona che prende l’iniziativa per diventare presidente del Consiglio. Non ci sarà una lista “Monti presidente” ma rappresenterà un movimento di cittadini, di organizzazioni della società civile e del volontariato per coinvolgere me, e ci sono riusciti, e per fare insieme qualcosa per Italia».

Il nome della lista? «Sarà qualcosa tipo “Con Monti per l’Italia”». La formula: lista unica al Senato, mentre per la Camera «dipende dalle ultime interpretazioni delle legge elettorale, approfondiremo nei prossimi giorni».

FRECCIATE A BRUNETTA – In un clima da piena campagna elettorale, il professore non ha risparmiato stoccate a destra e a sinistra. Contro l’ex ministro Brunetta «che sta portando, con una certa statura accademica, il Pdl su posizioni piuttosto estreme e settarie». E contro gli «amici delle lobby» che hanno bloccato le liberalizzazioni: «Dentro il Pdl c’è molta vicinanza agli ordini professionali, come le farmacie».

«BERSANI LASCI I CONSERVATORI» – Decisamente più morbido il giudizio sul centrosinistra, anche se non mancano le frecciatine. «Pur avendo la massima stima per Bersani, dovrebbe essere coraggioso e silenziare un po’ la parte conservatrice del partito».

Una risposta diretta alle critiche di Stefano Fassina , responsabile economico del Pd, che accusa Monti di scegliere i candidati al «Rotary Club». «Si aggiorni, ho fatto cose in Europa per le quali sono ricordato e quasi tutte sono contro i potenti» spiega il presidente del Consiglio uscente riferendosi alla maxi-multa comminata alla Microsoft quando era commissario europeo alla concorrenza.

E sull’ipotesi di un accordo post-elettorale in seguito a una vittoria «zoppa» del Pd (magari conquistando la maggioranza alla Camera ma non al Senato) Monti risponde con una battuta: «Speriamo Bersani convinca, ma non vinca». Come dire: «Se c’è bisogno di un Monti bis, io ci sono».

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.