Economia

Mini-bot, analisti iniziano a temere Italexit

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Continuano a destare forti preoccupazione i mini-BOT,  titoli di Stato di piccolo taglio che potrebbero essere qualificati come “valuta”.  A fine maggio la Camera ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo a varare un provvedimento per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese in mini-bot, destando un mare di polemiche.

Una mossa controversa quella del governo giallo-verde approvata subito dopo le elezioni europee. Il capo della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha rigettato la proposta avvertendo che sarebbe illegale per l’Italia introdurre una moneta parallela o in alternativa sono ulteriore debito. Anche il ministro dell’economia Giovani Tria, qualche giorno fa dopo la riunione dell’Eurogruppo che raccoglie tutti i ministri delle Finanze, aveva definito quella dei mini-BOT una cattiva idea.

Alessandro Tentori, esperto del reddito fisso di AXA Investment Managers, ha sottolineato che l’idea dei mini-BOT non è nuova –  visto che sono inseriti anche nel programma della Lega – ma i titoli hanno maggiori possibilità di essere implementati ora, dopo le elezioni parlamentari europee, che hanno visto proprio la Lega di Matteo Salvini diventare il più grande partito italiano. Tuttavia l’esperto avverte:

“A nostro avviso, l’introduzione dei mini-BOT farebbe più male che bene. Penso che il governo potrebbe procedere solo in uno scenario di contingenza, se l’economia si dovesse evolvere molto peggio del previsto (…) D’altra parte, questo strumento è soggetto ad abusi, nel senso che sarebbe interamente nelle mani del governo decidere quanto e quando emettere i mini-BOT.

Italexit si o no? Esperti divisi

In ogni caso per alcuni esperti con i mini-Bot  lo scenario Italexit non è così lontano. Secondo Hilton di Columbia Threadneedle il governo italiano sta “seminando i semi di un’eventuale uscita dalla zona euro… introducendo una moneta nazionale” il loro “obiettivo potrebbe certamente essere raggiunto”.  

Phil Milburn, global fixed income manager della Liontrust, ha sottolineato che se si andasse avanti sulla strada dei mini-BOT, sarebbe il primo passo di un lungo viaggio dell’Italia con una propria moneta.

Ma c’è anche chi conferma che l’Italexit è l’obiettivo dei mini BOT, ma che raggiungerlo nel breve termine è improbabile. Craig Inches, gestore di fondi del RLAM, ha confermato che se i mini-BOT andassero avanti “il mercato probabilmente vedrebbe questo strumento come un potenziale percorso verso un’eventuale uscita dall’Italia”.

Tutto ciò porterebbe i rendimenti italiani raggiungere nuovi massimi, con gli investitori riallocati fuori dall’Italia in mercati rifugio più sicuri, in genere i bund tedeschi e l’intera sopravvivenza dell’euro, nella sua forma attuale, sarebbe minacciata. Tuttavia, la probabilità che ciò accada nel breve e medio termine è bassa.

Secondo l’esperto infatti la popolarità dell’euro tra la popolazione italiana rimane elevata.

Anche se la Lega non acconsente volentieri a tutte le richieste della Commissione Europea, è improbabile che in questo momento l‘uscita dall’euro sia nell’interesse del paese”.