Il presidente dalla Banca d’Inghilterra Mark Carney sostiene che la rimonta della sterlina è la dimostrazione che il mercato ritiene che dopo la debacle del governo conservatore ieri in parlamento si siano ridotte le chance di uno scenario di ‘no-deal’ tanto temuto dai mercati e dalle autorità europee e inglesi.
Secondo il banchiere il meccanismo di uscita dall’Ue, ovvero il processo dell’articolo 50, sarà rimandato oltre lil 29 marzo e spostato probabilmente a una data successiva alle elezioni europee di fine maggio. La sterlina in realtà in un primo momento era crollata anche sotto 1,27 dollari in attesa che si svolgesse il voto in aula ieri sera, ma poi è scattata in avanti e oggi scambia quasi in area $1,29 sul Forex.

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Piazza Affari apre in rialzo, con il listino Ftse Mib a +0,63%. Guida il listino Juventus (+2,7%), seguita dal settore bancario che si riscatta dopo i momenti difficili degli ultimi giorni per via delle crisi patrimoniali di MPS e Banca Carige. Banco Bpm fa +2%, Intesa Sanpaolo, Bper Banca e Ubi Banca si portano a +1,4% in avvio. Segno negativo invece per i titoli Tenaris (-0,5%) e Pirelli (-0,4%).
Carney ha concluso il suo intervento oggi enunciando lo scenario peggiore di una Brexit “disordinata”: in quel caso la sterlina perderebbe il 25% e il Pil subirebbe una contrazione dell’8%. Le stime sono state elaborate sulla base di un incremento dei dazi commerciali e degli spostamenti di peso economici e non su eventuali rialzi dei tassi (che hanno un impatto più a lungo termine).
L’indice delle Borse mondiali MSCI, che dà l’andamento delle piazze di 47 paesi, è poco mosso, ma il paniere paneuropeo Euro Stoxx 600 guadagna lo 0,3%. L’indice è spinto dai rialzi di banche e compagnie di assicurazione dopo l’annuncio di nuovi stimoli fiscali in Cina e dopo che Mario Draghi ha fatto sapere che in Eurozona c’è ancora bisogno di misure monetarie accomodanti.
Anche Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP), ritiene che la sterlina potrebbe finalmente rafforzarsi. Nella notte “le volatilità monetarie sono salite alle stelle, ma l’entità della sconfitta non ha sconvolto il mercato del Forex”.
I movimenti di prezzo di ieri sono stati eloquenti; la sterlina si è impennata nonostante l’ampia portata della sconfitta. La maggior parte delle notizie negative sono scontate nei tassi di cambio della sterlina, il che significa che la sterlina subirà un significativo rialzo se il governo britannico chiederà un’estensione dell’articolo 50 o procederà verso un secondo referendum. Va notato che la sterlina è scambiata a livelli estremamente bassi in termini di tasso di cambio effettivo (REER) ponderato e reale. È tra le valute del G10 più economiche in termini di parità di potere d’acquisto (PPP), il che significa che la sterlina si riprenderà significativamente se l’articolo 50 verrà esteso e/o il governo si muoverà verso un secondo referendum”.
E fanno quattro: tante sono le banche Usa che hanno registrato ricavi molto deludenti rispetto alle attese per quanto riguarda l’attività di trading, in particolare nel mercato del reddito fisso. L’importante divisione FICC (che fa trading nel reddito fisso, nel valutario e nelle materie prime) dell’istituto ha perso il 18% su base annuale, attestandosi a 822 milioni. Le attese erano per un risultato pari a 976,3 milioni. Per la divisione, solitamente una delle principali fonti di reddito per Goldman Sachs, si tratta del livello più basso dalla crisi finanziaria.
La buona notizia per la banca e il suo nuovo amministratore delegato David Solomon, che fa il DJ nel tempo libero, è che tutti gli altri comparti hanno fatto bene. Wall Street puntava su un fatturato di $7,54 miliardi nel quarto trimestre e la banca non ha deluso, anzi, ha fatto meglio delle previsioni del consensus con un risultato pari a 8 miliardi e 80 milioni, per un incremento del 3,1% rispetto all’analogo periodo 2017. Lato utili, l’EPS è stato di 4,83 dollari, più dei $4,53 preventivati dal mercato.
La banca deve dire grazie ai tagli fiscali dell’amministrazione Trump: nel quarto trimestre Goldman Sachs ha potuto giovare di quasi mezzo miliardo di dollari di agevolazioni fiscali, che rappresentano un vantaggio enorme. Nel preborsa il titolo guadagna il 3,31% issandosi a 185,86 dollari dai 179,91 dollari della chiusura della vigilia.
Giornata positiva per le principali Borse europee. L’indice EuroStoxx 50 chiude a +0,3%, guidato dal settore bancario: Société Generale chiude a +4,15%, Intesa Sanpaolo a +3,73%, ING Groep a +3,64% e BNP Paribas a +3,32%.
Piazza Affari chiude tonica, con il Ftse Mib che sale dell’1,63%, agevolata dall’ottima performance del settore bancario. Tra i titoli migliori di giornata si possono citare Ubi Banca, che cresce del 3,81%, e Intesa Sanpaolo che fa segnare un progresso del 3,73%. Positiva anche TIM (+2,67%) in attesa del Cda di domani. Vendite sulle utility: Terna -0,67%, Snam -0,27% e A2A -0,25%. Recupera in finale di seduta Pirelli (-0,69%).
Nonostante la reazione positiva della sterlina alle ultime novità sulla Brexit, l’incertezza su cosa succederà regna sovrana. Stefan Kreuzkamp, Chief Investment Officer di DWS, commenta che “purtroppo tutto resta possibile: nuove elezioni, un’estensione della scadenza per l’articolo 50 o anche un secondo referendum”.
“Come molti dei nostri colleghi, anche noi continuiamo a sperare in un’uscita ordinata del Regno Unito dall’UE. Ma il percorso per arrivarci non è chiaro, e in ogni caso presenta molti ostacoli. Dobbiamo anche riconoscere che la probabilità di una Brexit complicata è aumentata. Anche se la maggioranza dei parlamentari britannici sostengono di volerlo evitare, l’intero processo Brexit continua a essere fortemente guidato dagli interessi dei partiti. Ricordiamo: l’intera impresa è iniziata come un azzardo – fallito – sotto il governo di David Cameron. Perché poi non dovrebbe alla fine finire così? Fino ad oggi il comportamento dei politici britannici non ha certo ridotto le nostre preoccupazioni a riguardo”.