Il presidente Usa torna alla carica nella sua sfida a colpi di minacce e dazi contro quelli che sono anche partner commerciali degli Stati Uniti. Secondo quanto riferito a Fox News da Donald Trump, l’Europa è da ritenere un nemico degli Usa “forse almeno quanto la Cina” in ambito commerciale, dal momento che ” ci tratta in modo sleale”.
L’Unione Europea ha risposto a stretto giro di posta, preannunciando dazi su altri beni americani – oltre a moto, whisky, jeans – per un valore pari a 300 miliardi di dollari se gli Stati Uniti imporranno tariffe più alte sulle auto importate. Il risultato è che le Borse perdono circa un punto percentuale in Europa dopo i cali visti in Asia.
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Questa è la fotografia non bella del trend delle Borse europee in questo momento:
Eurostoxx -1%
DAX -0,6%
FTSE -0,9%
CAC 40 -1%
IBEX -1,4%
FTSE MIB -1,7%
È una cattiva giornata per i rialzisti con l’Europa che dà il via al trimestre con dei ribassi sostanziali dopo le perdite subite nella notte dalle Borse asiatiche. A un certo punto stamattina, tutti e 50 i titoli quotati sull’Eurostoxx 50 scambiavano in rosso.
A livello settoriale, in giornate negative come questa di solito tutti i comparti vengono colpiti dalle vendite senza eccezioni. Vista la mancanza di notizie grosse, ma con le tensioni commerciali su scala globale e quelle politiche in Germania, dove Merkel rischia di saltare, che rimangano ben presenti sullo sfondo, è facile che la situazione resterà tale anche nel corso della giornata.
Sul fronte obbligazionario, il clima di avversione al rischio è evidente: il rendimento dei Treasuries Usa decennali è sceso di 3,5 punti base in area 2,825%, a dimostrazione di una domanda per gli asset considerati sicuri ma che al contempo sono in grado di generare discreti ritorni da investimento. Il tasso dei Bund a 10 anni ha toccato intanto i minimi di cinque settimane, scendendo sotto lo 0,3%.
Il secondo semestre dell’anno inizierà con un calo di 100 punti base circa per il Dow Jones, almeno stando all’andamento dei future sui principali indici della Borsa. I fondi azionari europei vengono peraltro da un trimestre da dimenticare.
Sul Forex, i problemi politici pesano sull’euro e sulla sterlina britannica. Sulla moneta unica influiscono le ultime notizie di una rottura tra il ministro dell’Interno e la Cancelliera Merkel sul tema dei migranti, mentre sulla divisa inglese a gravare sono le continue incertezze relative agli accordi sulla Brexit.
Sul Forex, i problemi politici pesano sull’euro e sulla sterlina britannica. Sulla moneta unica influiscono le ultime notizie di una rottura tra il ministro dell’Interno e la Cancelliera Merkel sul tema dei migranti, mentre sulla divisa inglese a gravare sono le continue incertezze relative agli accordi sulla Brexit.
Il secondo semestre dell’anno inizierà con un calo di 100 punti base circa per il Dow Jones, almeno stando all’andamento dei future sui principali indici della Borsa. I fondi azionari europei vengono peraltro da un trimestre da dimenticare, il peggiore in due anni di tempo.
La seconda metà dell’anno si apre con ribassi generalizzati anche negli Stati Uniti dopo i cali visti in Asia e sperimentati dall’Europa in queste ore. L’intensificarsi delle tensioni commerciali tra Usa e resto del mondo mettono i listini azionari di Wall Street sotto pressione, in un contesto di avversione al rischio crescente Gli indici Nasdaq, S&P 500 e Dow Jones perdono tutti più di mezzo punto percentuale al momento.
L’Unione Europea ha minacciato di imporre contromisure su 300 miliardi di dollari di prodotti importati dagli Stati Uniti se Trump farà effettivamente ricorso ai dazi contro il settore automobilistico. Anche il Canada non sta a guardare. A pesare sui corsi azionari sono anche i prezzi del petrolio in calo che penalizzano il settore oil. Intanto i titoli dei gruppi più sensibili alla guerra dei dazi come Boeing e Caterpillar arretrano di circa l’1%, mentre i gruppi dei semiconduttori scivolano di pari passo con i titoli dei gruppi cinesi quotati in Usa del comparto. Mancano pochi giorni all’entrata in vigore dei dazi contro prodotti cinesi (prevista per il 6 luglio), un’iniziativa che potrebbe portare a una ritorsione da parte della Cina.
L’indice ISM migliore delle attese sta aiutando gli indici azionari della Borsa Usa a riportarsi intorno alla linea di parità, mentre un livello tecnico chiave sostiene il Nasdaq. Il paniere dei tecnologici è piatto sopra quota 7.509, risalendo dai minimi di seduta in area 7.443 dopo che ancora una volta ha tenuto la media mobile a 50 giorni. L’ S&P 500 riduce le perdite a -4,87 punti (2.713,60 punti) dopo aver toccato i minimi di 2.698,95 punti.
Londra in chiusura perde l’1,03%, Parigi lo 0,49% e Francoforte lo 0,9%. Piazza Affari cede lo 0,92% lontano dai minimi di giornata, mentre l’indice paneuropeo EuroStoxx 600 lascia sul terreno lo 0,8%.
In un altro segnale di come le tensioni commerciali stiano influendo negativamente sull’attività economica europea, ha registrato un calo nel mese di giugno l’indice Pmi manifatturiero, che passa dai 55 punti del mese precedente a 54,9 punti. Il dato non supera le attese previste di 55 punti e si attesta ai minimi di 18 mesi.
Markit riporta che la produzione e i nuovi ordini delle imprese del settore manifatturiero si sono indebolite quest’anno e che i capi di azienda sono più pessimisti sugli affari futuri. L’andamento ha avuto un impatto negativo sul comparto, sceso ai minimi da inizio 2017. Un livello inferiore a 50 punti è indice di un’attività in fase di stagnazione.
