Il ritrovato ottimismo su due nodi cruciali in Europa come Italia e Brexit aiuta i listini azionari nell’ultima seduta settimanale. Il vice premier Luigi Di Maio ha aperto al dialogo con le autorità europee, dicendo che il governo giallo verde farà il possibile per trovare un punto d’incontro sui piani espansivi di bilancio del governo. Le autorità britanniche e quelle europee hanno stretto un’intesa su una bozza del testo che definisce a grandi linee come saranno i futuri rapporti tra le due aree dopo la Brexit. L’elemento importante è che Londra e Bruxelles hanno trovato u accordo su come sostituire in futuro la rete di protezione irlandese (il cosiddetto ‘backstop’ al confine tra le due Irlande), con un’area di libero scambio regole rigide ma anche cooperazione doganale.
Il problema è che al vertice Ue di domenica, i 27 leader europei sono chiamati a ratificare un accordo che non convince tutti: la Spagna si dice pronta a opporsi per via del nodo Gibilterra. Sui mercati azionari le parole di Di Maio sulle trattative in merito alla legge di bilancio, dopo che la Commissione Europea ha bocciato la manovra e minacciato di avviare una procedura di infrazione, fanno bene al settore bancario, particolarmente tartassato proprio per via dell’allargamento dello Spread di rendimento tra Italia e Germania (oggi in calo). L’indice settoriale è tra i più positivi venerdì con un rialzo di quasi l’1%. Banco BPM, Unicredit e Intesa Sanpaolo scambiano in progresso di più di due punti percentuali in mattinata.
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Continua il momento nero del petrolio: è da sette settimane consecutive che il prezzo del greggio cala e a New York al momento oltre il 6,5% arrivando a 51,40 dollari al barile, i minimi da ottobre 2017. A pesare sono i segnali di un eccesso di offerta globale, con l’Arabia Saudita che ha annunciato che la sua produzione potrebbe aver segnato un record mentre le scorte americane continuano ad accumularsi. A ciò si aggiungano anche i timori per la crescita economica della Cina, in calo come quella europea, e la guerra commerciale in atto tra Pechino e Washington.
Se il governo italiano continuerà a opporsi a ogni cambiamento significativo della manovra finanziaria per il 2019, dovrà inevitabilmente far fronte alle sanzioni dell’Unione Europea. Lo dice l’agenzia di rating Moody’s, che ritiene molto probabile l’evento per il quale l’Italia sarà messa sotto la procedura di deficit eccessivo da parte della Commissione europea.
L’agenzia americana sostiene inoltre che il perdurare dell’incertezza si tradurrà probabilmente in elevati costi di finanziamento che potrebbero deprimere ulteriormente la crescita nell’ultimo trimestre e nel 2019. Sarebbe una brutta notizia anche per le banche italiane, che già sono alle prese con un incremento degli attacchi speculativi al ribasso nei loro confronti da parte di alcuni investitori.
Oggi però le pressioni lato titoli di Stato e Spread allentano la morsa. Proseguono infatti le ricoperture sui Btp, positivi per la terza seduta consecutiva con lo spread che scende in area 300 punti base. Questo nonostante la bocciatura della manovra 2019 da parte della Commissione Ue e le tante incertezze politico economiche per l’italia, evidenziate anche da Moody’s.
Dopo l’area euro – comprese Francia e Germania – anche gli Stati Uniti deludono per quanto riguarda l’attività nel settore manifatturiero. In novembre l’indice PMI ha toccato i minimi di 47 mesi in Eurozona, mettendo sotto pressione l’euro sul Forex (-0,4% sul dollaro), mentre negli Stati Uniti l’indice composito ha registrato un valore preliminare sotto le aspettative.
Il rimbalzo di ottobre viene vanificato, con il settore terziario (54,4 punti da 54,8 a fronte di attese per un risultato di 54,9) e quello manifatturiero (55,4 punti ai minimi di tre mesi e contro le stime che erano per un valore pari a 55,7) che hanno subito entrambi una contrazione. Nel commentare i dati flash americani, Chris Williamson, Chief Business Economist di IHS Markit, ha sottolineato che “il sondaggio di novembre fa suonare qualche campanello d’allarme, suggerendo che la crescita economica potrebbe subire una frenata nei mesi a venire”.
Sul Forex l’euro scende al livello minimo degli ultimi tre giorni dopo i dati macro tedeschi su servizi e manifatturiero, che sono risultati più deboli del previsto. Anche la crescita degli indici PMI preliminari per le imprese dell’area dell’euro è stata molto più debole del previsto nel mese in corso, a causa del forte calo delle esportazioni, danneggiato a sua volta dal rallentamento dell’economia globale e dalla guerra commerciale lanciata dagli Stati Uniti.
Le letture deludenti saranno probabilmente motivo di preoccupazione per i responsabili politici della Banca Centrale Europea. L’economia dell’area euro, infatti, si è notevolmente raffreddata nell’ultimo mese.