Economia

Mercati festeggiano il Recovery Fund. Cosa aspettarsi dopo l’euforia per l’accordo

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E’ positivo il primo giudizio del mercato sullo storico accordo trovato tra i Paesi dell’Unione europea sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro (390 miliardi di sussidi e 360 di prestiti): le Borse del Vecchio Continente hanno iniziato la seduta in rialzo. Allo stesso tempo l’euro, già in corsa ieri, si è portato ai massimi dal 9 marzo.

Ma non è solo il mercato a benedire l’accordo Ue. Giudizi positivi sono arrivati anche dagli analisti.

“L’Unione Europea ha concordato un budget di 1.8 trilioni di euro, di cui 750 miliardi di euro di aiuti in gran parte destinati ai Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia di Covid-19. Si tratta di un momento importante nella storia dell’Unione Europea, date le dimensioni del pacchetto, la capacità di non ridurre gli aiuti nonostante la pressione dei Paesi frugali e il fatto che sarà finanziato da obbligazioni dell’UE.
Tali responsabilità comuni per l’Unione Europea sono senza precedenti per le loro dimensioni e per raggiungere l’obiettivo i Paesi periferici hanno dovuto accettare le condizioni, una mossa davvero sensata. Questo mix di finanziamenti si è spostato, non sorprendentemente, verso prestiti per un importo di 110 miliardi di euro, in calo rispetto ai precedenti 500 miliardi. Gran parte del pacchetto sarà probabilmente finanziato con il debito dell’UE a grande vantaggio delle banche europee in qualità di principali emittenti e una parte significativa sarà probabilmente costituita da Green Bond dato che le iniziative per affrontare il riscaldamento globale proseguono” ha detto Sebastien Galy, Senior Macro Strategist di Nordea AM.

Un giudizio positivo è arrivato anche dagli esperti di Goldman Sachs, che in una nota spiegano:

“A seguito di difficili negoziati, i leader dell’UE hanno raggiunto un accordo sul piano di ripresa. L’accordo finale mantiene la dotazione originaria di 750 miliardi di euro, ma riduce il volume delle sovvenzioni a 390 miliardi (dalla proposta iniziale di 500 miliardi), consente ai paesi del Nord di mantenere gli sconti di bilancio e include una serie di compromessi per quanto riguarda la governance del piano di ripresa.
Sebbene l’accordo riduca in modo significativo la quota di sovvenzioni e la complessità della struttura di governance potrebbe ritardare gli esborsi lungo la strada, il volume finale delle sovvenzioni è vicino a quello che avevamo previsto e troviamo incoraggiante il fatto che i leader siano stati in grado di trovare un accordo prima del previsto. Nel complesso, riteniamo pertanto l’accordo benvenuto, a sostegno della nostra opinione che l’area dell’euro sia ben posizionata per riprendersi dallo shock di Covid”.

Come investire sul mercato

Passata l’euforia del raggiunto accordo, cosa ci si può aspettare nelle prossime settimane? Per Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita:

“L’accordo rappresenta un passo importante verso una maggior integrazione dell’Europa, elimina un tail-risk e fornisce uno stimolo economico importante in una fase di crisi. Nel breve l’accordo potrebbe sostenere un ulteriore restringimento dello spread e una riduzione del premio per il rischio, anche se in gran parte il mercato ha anticipato l’accordo (dalla proposta franco-tedesca di metà maggio FTSEMIB +24%).

Nel nostro portafoglio raccomandato continuiamo a privilegiare i titoli più difensivi (Utilities, Telecom e Healthcare) e meno legati al ciclo economico, con una buona visibilità sulla generazione di cassa e sul dividendo, dato che riteniamo che il mercato stia guardando con eccessivo ottimismo alla velocità di recupero dell’attività nella seconda parte dell’anno” .

 Per Quentin Fitzsimmons, Global Aggregate Portfolio Manager, T. Rowe Price

“La determinazione dimostrata da Germania, Francia e Italia nel lavorare insieme a un ambizioso programma per la ripresa rappresenta un segnale importante e riduce il rischio di una rottura all’interno dell’Eurozona.
È una notizia positiva non solo per l’euro, ma anche per il debito e per le obbligazioni corporate dei Paesi periferici dell’Eurozona, dato che dovrebbe portare a una maggiore domanda per gli asset europei. Ora è opinione diffusa che l’euro si rafforzerà, dato che ci sono diversi segnali, sia economici che politici, che puntano in questa direzione. Tuttavia, è importante ricordare che i mercati raramente reagiscono in linea con le previsioni”.

“Una giornata epocale per l’Europa”ha afferma Paul O’Connor, responsabile del team Multi-Asset di Janus Henderson Investors:

“L’impasse è stata superata. Dopo quattro giorni e quattro notti di negoziati, i leader europei hanno raggiunto un accordo su un fondo per la ripresa per aiutare l’Eurozona a superare l’impatto economico della pandemia di coronavirus.   Il piano di ripresa sarà finanziato con l’emissione congiunta del debito, che rappresenta il primo vero tentativo di mutualizzazione del debito della zona euro e il suo più grande passo avanti verso l’integrazione fiscale. Anche se gli scettici ritengono che il pacchetto per la ripresa sia una risposta una tantum ad una crisi una tantum, questo non toglie che si sia stabilito un importante precedente per quanto riguarda il modo in cui l’Eurozona può rispondere agli shock economici. Ci sarà senza dubbio una grande pressione a muoversi ulteriormente in questa direzione la prossima volta che la regione si troverà ad affrontare una crisi economica.

Il sentiment positivo emerso nelle ultime settimane sugli asset dell’Eurozona ha portato l’euro al rialzo vicino al massimo su base annua e ha spinto lo spread BTP/Bund verso il basso fino ai livelli pre-coronavirus. Da qui si intravede margine per un’ulteriore sovraperformance degli asset della zona euro. Sebbene il sentiment sia già migliorato per quanto riguarda la regione, il posizionamento degli investitori è tutt’altro che esagerato. Gli investitori globali hanno iniziato a reinvestire in azioni europee nelle ultime settimane, ma la regione ha visto quest’anno 30 miliardi di euro di deflussi netti e tre anni di deflussi tendenziali dai fondi azionari europei. Inoltre, mentre molte caratteristiche del contesto economico e politico dell’Eurozona sono impallidite rispetto agli Stati Uniti negli ultimi anni, ora il vento sembra cambiare. L‘Europa ha gestito il coronavirus molto più efficacemente dell’America e, almeno per i prossimi mesi, può essere ragionevolmente considerata come un rifugio per gli investitori globali dalle tempeste politiche che si prospettano sugli USA“.