Economia

Borse europee: accordo Ue dà spinta ai listini. Euro in rally

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

L’accordo storico trovato dai Paesi europei sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro dà sostegno alle Borse europee e alla moneta unica, che aggiorna i massimi di quattro mesi, ovvero dal 9 marzo.

Nelle prime battute Parigi sale dello 0,9%, Francoforte dell’1,26%, Londra +0,6% e Madrid dell’1,28%. Milano (+1,4%) è la migliore, con lo spread in calo a 152 punti dai 155 della chiusura di ieri: l’Italia riceverà circa il 28% dei fondi totali del Recovery Fund, ovvero circa 209 miliardi di euro (81 di sussidi e 127 di prestiti), una cifra “adeguata per fare ripartire il Paese con forza”, come ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

A Piazza Affari scattano subito le banche, già ieri sugli scudi sulla riapertura del risiko bancario innescato dall’operazione Intesa-Ubi: in cima al Ftse Mib c’è Banco Bpm (+3,5%) grazie alle indiscrezioni che la vedono in combinazione con UniCredit (+2,5%), con cui ci sarebbero stati contatti al vertice, o Mps (+2,78%).

A passo rapido anche StMicroelectronics (+2,3%). Mentre tutti i titoli del listino principale sono in aumento, viaggiano a passo lento le utility (Terna +0,12%) e i farmaceutici (Diasorin +0,22% e Recordati (+0,16%).

L’euro, che già ieri si era rafforzato quando è apparso chiaro che un’intesa era a portata di mano, in avvio sale dello 0,2% a 1,147 dollari, contro gli 1,1448 della chiusura di ieri

“L’accordo è positivo, dà un segnale di solidarietà e garantisce un aiuto per una più solida ripresa economica”, hanno detto gli analisti di Maybank, spiegando che “anche se le notizie positive erano già in parte state scontate dal mercato, un ulteriore rialzo al di sopra del valore di marzo a 1,1495 dollari potrebbe spianare la strada verso una corsa fino alla soglia degli 1,16 dollari”.

Il biglietto verde si è indebolito, scivolando ai minimi in quattro mesi, rispetto a un paniere delle maggiori valute, con il cambio dollaro/yen a 107,21 e il dollaro australiano salito sopra i 70 centesimi di dollaro americano. Anche la sterlina ha toccato il massimo in un mese a 1,2684 dollari.

Poco mosso il petrolio: il Wti settembre sale dello 0,5% a 41,13 dollari al barile, il Brent di pari scadenza acquista lo 0,6% a 43,54 dollari.