Le Borse scambiano in rialzo in seduta, favorite dai dati convincenti sul Pil di Francia, Austria e altri paesi dell’area euro. Quelle asiatiche, invece, sono favorite dalla strategia sempre molto accomodante della Banca centrale giapponese. Sul Forex, se c’è una valuta che resterà debole è lo yen, secondo gli analisti di Nomura, in quanto avrà modo di approfittare dalla strategia di espansione monetaria della Banca del Giappone. Al contrario delle altre banche centrali, quella guidata da Kuroda non ha fretta di avviare una normalizzazione delle sue politiche monetarie.
Gli analisti di Nomura hanno inoltre avvertito dei rischi di un “effetto catapulta” questa settimana sui mercati obbligazionari, per via dei tanti eventi importanti attesi in settimana, tra cui la nomina del nuovo presidente della Fed – prevista giovedì 2 novembre, e il rapporto occupazionale governativo americano di venerdì. Intanto le indiscrezioni circa un piano graduale di riforma fiscale in Usa hanno messo un freno a Wall Street.
“I trader devono stare attenti al rischio catapulta che potrebbe improvvisamente spingere i rendimenti obbligazionari in rialzo”, scrive in una nota la banca giapponese. Gli analisti tecnici hanno osservato come i grafici del rendimento decennale di riferimento dei Bond Usa suggeriscono che potrebbe aprirsi una fase rialzista per i tassi e ribassista per i prezzi. Presto potrebbe infatti formarsi una figura tecnica a “croce dorata”.

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L’Austria non è da meno con un Pil in crescita del 2,6% su base annuale e dello 0,8% su base trimestrale. Si tratta di un andamento buono quanto quello della Spagna e migliore di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. WIPO, il think tank che ha stilato il rapporto sull’economia della vicina Austria ha detto che la ripresa è generalizzata con il commercio con l’estero e la domanda interna che stanno entrambi registrando un’espansione.
I dati del Pil francese sono stati i migliori, su base annuale, dall’apice della crisi del debito sovrano europeo nel 2011. Il Pil ha visto un’espansione dello 0,5% nel terzo trimestre e del 2,2% nell’ultimo anno. Il Regno Unito in confronto ha registrato un incremento dell’attività dell’1,5% e l’economia della Francia ormai ha quasi raggiunto il livello della Germania. Le spese di famiglie e aziende francesi sono aumentate negli ultimi mesi. Secondo Barclays l’economia francese ha finalmente ingranato la marcia successiva.
Nei primi scambi in Europa, Piazza Affari avanza dello 0,1% circa, il listino londinese Ftse 100 guadagna lo 0,09%, Parigi è invariata, l’Ibex spagnolo pure, mentre è chiusa per festività la Borsa di Francoforte.
Lo spread tra Btp e Bund apre stabile a 148 punti, dopo essere sceso ieri per la prima volta dallo scorso dicembre, a 147 punti. Il rendimento del bond decennale si attesta all’1,85%.
Dei pericoli per il mercato obbligazionario della Cina si è già parlato a lungo su queste pagine. Ora che il governo guidato dal leader Xi Jinping intende imporre, non solo una stretta contro la corruzione, ma anche una battaglia per ridurre i livelli indebitamento alle stelle della popolazione, il rischio è che la liquidità possa finire. Con i prezzi al consumo che stanno tornando a salire in Cina, i rendimenti decennali stanno seguendo a ruota.
Secondo gli analisti di Phoenix Capital le banche centrali sono focalizzate su una cosa su tutte: mantenere la fase rialzista dei mercato dei Bond a tutti i costi. Innanzitutto perché i titoli a reddito fisso servono per finanziare i programmi di spese pubbliche allegre dei governi e in secondo luogo perché avendo in pancia $15 mila miliardi di dollari di asset comprati nell’ambito dei piani di Quantitative Easing, le banche centrali sarebbero troppo esposte nel caso di un eventuale collasso dei Bond.
Ma un incremento dell’inflazione globale improvviso potrebbe portare a uno choc nel mercato dei Bond, innescando un rialzo dei rendimenti. Se i prezzi dei Bond iniziano improvvisamente a scendere per molte banche centrali sarebbero guai e le finanze di diversi Stati rischierebbero di fare crac un po’ come avvenuto con la Grecia nel 2010 e come rischiava di avvenire in Italia a fine 2011.
Con la Cina che sta assistendo, come gli Stati Uniti prima di lei, a un incremento dei rendimenti obbligazionari di riferimento, ormai tutti e cinque i principali mercati obbligazionari al mondo stanno facendo suonare un campanello di allarme: Usa, Germania, Giappone,. Regno Unito e Cina stanno assistendo al ritorno dell’inflazione e alla rottura al rialzo dei tassi decennali dei Bond governativi di riferimento.
Pur senza troppo slancio, le Borse europee si sono issate sui massimi di cinque mesi e mezzo con i Bond italiani che sono ben impostati per chiudere ottobre con la migliore performance mensile degli ultimi due anni. Gli ultimi dati macro hanno evidenziato una crescita robusta delle principali economie dell’area euro.
In gran parte grazie alla crescita dell’economia in Francia, nel terzo trimestre l’area euro ha registrato la performance migliore, su base annuale, da quando nella regione è scoppiata la crisi del debito sovrano nel 2011. In confronto il Pil del Regno Unito ha registrato un’espansione di solo l’1,5% negli ultimi 12 mesi di tempo.
Presto si potranno scambiare future sul Bitcoin: la piattaforma di trading CME sta infatti per lanciare, prima della fine dell’anno, i derivati della criptovaluta più popolare al mondo. “Tenuto conto del crescente interesse per i mercati delle criptovalute, abbiamo deciso di introdurre un contratto future sul bitcoin”, ha dichiarato l’amministratore delegato e presidente di CME, Terry Duffy, in un comunicato stampa.
“Essendo il mercato del Forex più grande al mondo, il gruppo CME è la casa naturale di questo nuovo veicolo di investimento che offrirà ai trader qualità come trasparenza, quotazioni e trasferimento del rischio”. Per il valore del Bitcoin cosa significa questa novità? I prezzi hanno toccato un nuovo massimo assoluto dopo la diffusione della notizia (a quota 6.350 dollari), ma forse si tratta di una reazione spropositata: un punto importante da notare, difatti, è che il pagamento alla scadenza del contratto non va effettuato in Bitcoin. Il venditore non deve consegnare Bitcoin, bensì cash.
Wall Street ha aperto in lieve rialzo con il Dow Jones che, favorito dai rialzi di Wal-Mart, Microsoft e Intel, ha registrato un’accelerazione del 4,2% nel mese di ottobre sin qui. L’S&P 500 guadagna lo 0,11% mentre il Nasdaq lo 0,37%. Sul fronte macro, l’indice Chicago PMI ha raggiunto i massimi di sei anni e mezzo a ottobre. Il punteggio di 66,2 è stato nettamente superiore alle previsioni, che erano per un risultato pari a 60.
Wall Street ha aperto in lieve rialzo con il Dow Jones che, favorito dai rialzi di Wal-Mart, Microsoft e Intel, ha registrato un’accelerazione del 4,2% nel mese di ottobre sin qui. L’S&P 500 guadagna lo 0,11% mentre il listino dei tecnologici Nasdaq-100 lo 0,37%.
Sul fronte macro economico, l’indice Chicago PMI ha raggiunto i massimi di sei anni e mezzo a ottobre. Il punteggio di 66,2 è stato nettamente superiore alle previsioni, che erano per un risultato di 60.
La curva dei rendimenti dei Bond in Cina è rimasta invertita ormai da dieci giorni. Lo spread tra tassi a 10 anni e rendimenti dei titoli quinquennali si è ristretta in territorio negativo. Qin Han, chief fixed-income analyst di Guotai Junan Securities, ha detto a Bloomberg che la pioggia di vendite nel mercato obbligazionario cinese, “tenuto conto del ritmo dei cali, che è molto sostenuto, significa che probabilmente stiamo assistendo a un disastro”.
Secondo Schroders la crescita dell’economia in area euro è robusta e non si rischia un nuovo “momento Trichet”. Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist, dice che la stima preliminare sul PIL dell’Eurozona nel terzo trimestre mostra che l’economia dell’area è in una fase di crescita ininterrotta, con un incremento in termini reali dello 0,6%, al di sopra delle attese di consenso (0,5%). Si tratta di un leggero rallentamento rispetto al tasso di crescita del secondo trimestre, rivisto al rialzo (0,7%), ma l’espansione è comunque molto solida.
Al momento sono disponibili pochi dettagli, ma anche i dati pubblicati da Spagna e Francia mostrano una crescita molto buona, rispettivamente allo 0,8% e 0,5%. Anno su anno, l’Eurozona sta crescendo ora del 2,5%, il tasso più alto dal primo trimestre del 2011. Inoltre, come sottolineato dalle ultime stime sull’inflazione (scesa dall’1,3% all’1,1% a/a a ottobre), l’Eurotower ritiene che ci vorrà un po’ di tempo prima che le pressioni inflative domestiche salgano a tal punto da riavvicinarsi al suo target. Fino ad allora, la politica monetaria resterà accomodante, e gli investitori potranno continuare a godersi un contesto Goldilocks, da “riccioli d’oro”, un’economia cioè né troppo calda, né troppo fredda.
Mastercard ha archiviato il terzo trimestre con utili di 1,4 miliardi di dollari contro i 1,2 miliardi di dollari dello scorso anno. Sale anche il fatturato a 3,4 miliardi dai 2,9 miliardi dello scorso anno. Nel trimestre, la società ha effettuato una operazione di buyback di 6,4 milioni di azioni, per un valore di 838 milioni.
Per BPT il terzo trimestre si è chiuso con profitti netti in crescita del 9% a quota 1,769 miliardi di dollari. Sostenuto dalla ripresa dei prezzi del petrolio, il titolo ha aumentato anche la produzione media del 14%. Sale anche il fatturato, che si attesta a 60 miliardi e 800 milioni. Nel quarto trimestre dell’esercizio fiscale il gruppo energetico britannico BP riprenderà l’operazione di buy back.
Per BP il terzo trimestre si è chiuso con profitti netti in crescita del 9% a quota 1,769 miliardi di dollari. Sostenuto dalla ripresa dei prezzi del petrolio, il titolo ha aumentato anche la produzione media del 14%. Sale anche il fatturato, che si attesta a 60 miliardi e 800 milioni. Nel quarto trimestre dell’esercizio fiscale il gruppo energetico britannico BP riprenderà l’operazione di buy back.
Da parte sua Kellogg ha chiuso il terzo trimestre con un dato sulle vendite ben oltre le aspettative. Il fatturato si è alzato dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sale anche l’utile, a quota 297 milioni di dollari dai 292 milioni precedenti. In Borsa il titolo fa un bel balzo, guadagnando oltre il 5%.
I dati del Pil francese sono stati i migliori, su base annuale, dall’apice della crisi del debito sovrano europeo nel 2011. Il Pil ha visto un’espansione dello 0,5% nel terzo trimestre e del 2,2% nell’ultimo anno. Il Regno Unito in confronto ha registrato un incremento dell’attività dell’1,5% e l’economia della Francia ormai ha quasi raggiunto il livello della Germania. Le spese di famiglie e aziende francesi sono aumentate negli ultimi mesi.