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Mercati: allarme “flash crash” da banca delle banche centrali

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La volatilità estrema e la resistenza (e compiacenza) mostrata negli ultimi mesi dai mercati, in particolare quelli obbligazionari, in un contesto di cambiamenti radicali e imprevisti, sono comportamenti insoliti che devono fare riflettere gli investitori e portare a una certa diffidenza. Sono sviluppi che dovrebbero preoccupare, anziché portare sollievo, secondo la banca delle banche centrali.

Nel contesto di quella che la Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) chiama una “variazione del paradigma nei mercati” finanziari, al contrario del passato – come quando per esempio nel 2013 la Federal Reserve ha iniziato la sua strategia di rientro dalle politiche monetarie ultra accomodanti – i mercati hanno continuato a correre anche in condizioni avverse o comunque di cambiamento drastico dello scenario politico ed economico.

I rialzisti continuano ad agire indisturbati sui mercati, nonostante il rialzo dei tassi dei bond e le novità in ambito politico. A parte qualche raro sbandamento temporaneo, i prezzi dei mercati hanno proseguitola loro corsa, imperturbati dal cambiamento delle previsioni socio-economiche dopo l’elezione contro pronostico di Trump alla presidenza Usa.

Viste le tante incertezze che riserva il futuro, il percorso nel 2017 sarà pieno di insidie e sbalzi di prezzo. Nel suo ultimo report trimestrale, la BIS scrive che la resistenza mostrata dai mercati dopo la Brexit e le elezioni Usa è una buona notizia, ma gli investitori non devono illudersi troppo e dovrebbero prepararsi a periodi di estrema volatilità, nonché a episodi di “flash crash” come quello che ha interessato la sterlina a ottobre.

Claudio Borio, numero uno del dipartimento di economia e politica monetaria dell’organizzazione, ha dichiarato che “non capiamo bene quale sia la causa di simili variazioni di prezzo insolite, ma finché tali andamenti rimangono contenuti e non minacciano il corretto funzionamento degli istituti finanziari, non sono una fonte di grande preoccupazione: dovremo abituarci”.

Ma non fatevi illusioni, dice Borio, “i rendimenti dei bond sono su livelli insolitamente bassi in un’ottica a lungo termine”. E i tassi dei bond societari scambiano ancora in prossimità dei minimi di sempre, nonostante la leverage netta sia ai massimi dell’ultimo ciclo.

I mercati per ora scommettono sulla continua opera di sostegno delle banche centrali, come ha fatto anche la Bce in seguito al referendum costituzionale italiano, una mossa – quella di allungare di nove mesi il QE e includere anche i bond che rendono meno del -0,4%, che ha permesso ai prezzi degli asset finanziari di recuperare in poche ore le perdite subite in seguito al voto di una settimana fa. Meno i Btp che sono in un certo senso penalizzati rispetto ad altri titoli di Stato come i Bund dalle novità sul programma di acquisto di titoli della Bce.

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