Società

Letta contro Renzi al congresso: si incattivisce lotta interna Pd

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ROMA (WSI) – Previsto per l’autunno 2017, forse anticipato di qualche mese, il prossimo congresso del Pd e tra i nomi dei possibili “sfidanti” dell’attuale Premier Matteo Renzi, spunta quello di Enrico Letta, come riporta La Stampa. Un nome quello di Letta, fortemente voluta dall’ex segretario del Partito, Pier Luigi Bersani, preannunciando così una vera e propria faida intestina nel PD.

I fatti sono noti a tutti. Era il 2013 e Bersani, dopo aver vinto le elezioni, non potendo però contare sulla maggioranza si dimise da segretario. Il nome nuovo che uscì dal congresso tenutosi in autunno e conclusosi l’8 dicembre fu quello dell’allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il “rottamatore”.

“Ma d’estate, nei mesi che precedettero la duplice tenzone con Cuperlo e Civati, girava voce che Bersani e compagni volessero puntare tutto sulla candidatura di Letta. Erano loro a far sfoggio dei sondaggi di popolarità del premier quando argomentavano in questi termini il pressing poi andato a vuoto: visto che sarà un congresso per la premiership e non solo per la segreteria Pd, «è giusto che si candidi Enrico». Il quale non ci pensava proprio e quindi rimase fermo nel suo ruolo di premier senza ingaggiare la battaglia. Che, a detta dei renziani, un domani potrebbe invece aver voglia di tentare. E alla quale a dir loro con tutta evidenza si starebbe preparando, «visto il livore e l’astio che sta dimostrando in questi mesi»”.

Fino ad arrivare ad oggi con la cosiddetta “minoranza dem”, ovvero tutti i democratici che non si riconoscono nella gestione che il premier e segretario sta portando avanti e che stanno facendo convergere i propri sforzi sulla candidatura di Letta. Inizia una sfida a distanza tra Renzi e Letta con il primo che durante il congresso dei giovani Dem ha colto l’occasione per lanciare qualche frecciata:

“Mi dicono: ma tu governi coi voti del centrodestra? Già, perché abbiamo perso le elezioni l’altra volta (…) Conosco un metodo infallibile per non avere in maggioranza Alfano e Verdini: vincere le elezioni, cosa che nel 2013 non è accaduta!”.