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La nuova sfida di Musk, collegare cervello ai device

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Il fondatore di Tesla e SpaceX, Elon Musk, ha in serbo un nuovo ambizioso progetto che promette di impiantare elettrodi nel cervello umano entro cinque anni. E’ quanto emerge da alcune indiscrezioni del Wall Street Journal che riferiscono della fondazione di una nuova startup, la Neuralink.

 

La missione è ancora in “fase embrionale”, ha confermato Max Hodak, fondatore della società di robotica Transcriptic, è presto perché venga “presentata ufficialmente”, ma esiste. Lo stesso Musk ha successivamente parlato della Neuralink in un tweet nel quale si annuncia la pubblicazione di un approfondimento su Waitbutwhy entro una settimana. Secondo il Wsj il primo obiettivo della Neuralink sarà è quello di studiare le malattie neurologiche, ma anche evitare “che l’umanità venga sottomessa dalle macchine”.

 

Fondata lo scorso luglio in California, la Neuralink nasce come una società di ricerca medica, riferisce il quotidiano newyorchese. Essa dovrebbe diventare la realtà in grado di sviluppare il “laccio neurale” di cui Musk aveva già parlato diverse volte: si parla di un’appendice collegata al cervello in grado di permettere a quest’ultimo l’interazione con vari device. Il ceo di SpaceX e Tesla ha descritto tale laccio come uno strato digitale superiore alla corteccia cerebrale in grado di funzionare “in simbiosi” con il soggetto. Per impiantare tale strato, Musk non riterrebbe necessario ricorrere a un intervento chirurgico, bensì ad una molto meno invasiva iniezione endovenosa.
Musk non è l’unico ad avere in mente una sorta di ibridazione fra uomo e tecnologia digitale. Kernel, una startup fondata da Bryan Johnson (già cofondatore di Braintree) punta a correggere le malattie neurodegenerative attraverso l’utilizzo di chip impiantati nel cervello. “Sappiamo che se si mette un chip nel cervello e si rilasciano segnali elettrici, possiamo migliorare i sintomi del morbo di Parkinson”, aveva dichiarato Johnson in un’intervista a The Verge.