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La mossa di Usa e sauditi per colpire la Russia alle spalle

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NEW YORK (WSI) – Per abbassare i prezzi del petrolio e colpire la Russia nel cuore delle sue attività energetiche, Stati Uniti e Arabia Saudita sono pronte ad attingere dalle riserve strategiche per inondare i mercati di oro nero.

L’idea circola da diverse settimane e lo stesso George Soros ne ha parlato. Per i critici non è un’opzione fattibile e avrebbe comunque un effetto solo temporaneo. I sauditi, sostengono loro, potrebbero sempre ridurre la produzione per riportare l’equilibrio e mantenere i prezzi sui livelli attuali.

Tuttavia, la possibilità di un’azione coordinata di questo tipo da parte delle due super potenze innervosite dalle manie espansionistiche di Putin non è affatto da escludere.

Ne ha discusso il giornalista Steve LeVine in un pezzo su Quartz, sezione di scienze e tech dell’Atlantic. Obama, dopo tutto, si incontrerà proprio oggi, di ritorno dall’Italia, con il re Saudita.

L’Ucraina parteciperà alle trattative, che secondo il giornalista potrebbero focalizzarsi sulla vendita di 500 mila, 750 mila barili al giorno dalle riserve strategiche di greggio (Strategic Petroleum Reserve).

Se gli Usa dovessero strappare all’Arabia Saudita la promessa che non ridurranno la produzione di petrolio per ribilanciare i prezzi, l’impatto sarà pressoché immediato.

Sarebbe un brutto colpo per Putin. Circa il 70% delle entrate provenienti dalle esportazioni in Russia vengono infatti dalla produzione di petrolio e gas naturale, pertanto anche una svalutazione minima avrebbe un impatto significativo.