Società

Italia: mercati non hanno paura del voto bensì del debito

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ROMA (WSI) – L’unica cosa di cui i mercati potrebbero avere paura è il debito pubblico. Lo dice chiaramente Francesco Confuorti, presidente di Advantage Financial, in unintervista a Il Sussidiario.

“Il debito pubblico è esploso con l’entrata nell’euro, perché le nostre aziende sono competitive e abbiamo dei marchi che hanno successo. Le nostre aziende sono sane, per la gran parte, anche se piccole. Il problema dell’Italia è una gestione politica non adeguata, una mancanza di visione politica. Ecco, alto debito pubblico e scarsa visione politica sono i due anelli mancanti del successo italiano (…) I mercati danno sempre per scontato che in Italia vada tutto male, poi arrivano e comprano a man bassa. Comunque non ci sarà una maggioranza per formare un governo, il governo dovrà essere formato da una coalizione ampia. Questo è lo scenario più accreditato. Se invece qualcuno vincesse, questo, anche in termini finanziari, renderebbe lo scenario più interessante”.

Lo scenario che secondo Confuorti si profila all’indomani del voto?

“Tutti si aspettano che non ci sarà una maggioranza definita e quindi ritengo che le reazioni negative saranno minime, almeno finché non si capirà se riusciremo a fare davvero un governo. Dovessero passare 4 o 5 mesi, la Germania metterà il paracadute e ci dirà di fare un governo con un altro presidente del Consiglio non eletto, come è già successo in passato. (…) L’Italia non è un Paese leader, è un Paese “leadered”, cioè che segue, non conduce. Quindi quello che succede in Italia è poco interessante per il mondo (…) Il nostro mercato borsistico segue i trend internazionali. Il nostro problema è l’allargamento dello spread e del costo del denaro, il pegno che il Paese indebitato deve pagare”.

Intanto a pesare sulle elezioni, dicono gli ultimi sondaggi, gli indecisi: poco più di un terzo dell’elettorato è nell’area sospesa tra astensionismo e indecisione. Nando Pagnoncelli, il sondaggista amministratore delegato di Ipsos, dalle pagine del Corriere, traccia l’identikit dell’elettore indeciso 2018.

“L’indeciso di questo 2018 appartiene al ceto riflessivo. Non distante dalla politica, anzi: ma che fa fatica a orientarsi. Nella media è un laureato o un diplomato, vive nei grandi ceti urbani. Molto rilevante e significativa la quota di studenti. E poi dirigenti, anche imprenditori, liberi professionisti, ceto medio impiegatizio. Una composizione ben diversa dai ceti popolari del 2006, di cui abbiamo già parlato. Una volta questo ceto riflessivo era abbastanza determinato quando si trattava di andare alle urne. Oggi no”.

Intanto tiene banco nelle ultime ore il fuorionda tra Matteo Salvini, Raffaele Fitto e Giorgia Meloni, preoccupati dell’ascesa dei Cinque Stelle.